Alba Parietti e il tragico racconto dal suo passato: “Papà la nascondeva”

Alba Parietti si è aperta raccontando un momento molto difficile del suo passato, al centro delle emozioni ci sono i suoi genitori.

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Alba Parietti e il tragico racconto dal suo passato: “Papà la nascondeva” (ANSA) YouMovies.it

“Papà la nascondeva”, parole forti quelle che recita la nota showgirl lasciando spiazzato il pubblico e sorprendendo con la forza d’animo che la contraddistingue da sempre. Al Corriere della Sera svela: “Mamma era una donna bellissima, colta, spiritosa, un’avida lettrice e una raffinata pianista. Nessuna diagnosi ha potuto mai definirlo, rifiutava di farsi visitare dai medici. In casa c’era una situazione paradossale perché da una parte c’era una donna allegra e premurosa e dall’altra diventava sospettosa, aggressiva e a tratti violenta con mio padre”.

Continua nel suo racconto: “Si auto-convinceva che era in atto un complotto contro di lei, dichiarava che i miei amici o noi stessi della famiglia fossimo una specie di Associazione votata a farle del male”. 

E poi conclude: “Era malata, ma all’epoca era difficile fare i conti con le malattie mentali. Vigeva una sorta di “non detto” per cui bisognava “tenere tutto in famiglia”. Mio padre ha scelto di fare così per proteggerla. Negli assi sessanta l’unica alternativa era il manicomio. Mia madre, come molto spesso accade, fingeva di star bene per non diventare uno scarto della società. E allora dico: aprite il cuore, ascoltate queste persone”.

Un mondo differente e la svolta Basaglia

I racconti di Alba Parietti riaprono i battenti su un mondo differente e difficile per chi ha delle difficoltà. In passato ha cambiato tutto la Legge Basaglia, riuscendo a restituire i diritti alle persone affette di patologie psicologiche e psichiatriche.

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Un mondo differente e la svolta Basaglia (ANSA) YouMovies.it

Entrata in vigore il 13 maggio del 1978 sancì la chiusura dei manicomi andando a riformare totalmente il sistema di cura per il disagio mentale. Prima di questa novità la psichiatria aveva un approccio organicistico più che curato, il malato veniva preso in custodia e allontanato dalle sue relazioni personali.

Il paziente veniva rinchiuso perché ritenuto pericoloso per sé stesso e anche per gli altri, un modo, come oggi possiamo capire, disumano e totalmente fuori da ogni contesto. Abbiamo capito infatti che le persone con un disagio mentale possono essere curate e seppur alcune non riescono ancora a guarire possono notevolmente migliorare la qualità della loro vita.

Oggi si lavora per cercare di portare il paziente a una situazione di maggiore tranquillità tanto da farlo rientrare all’interno della società e rivalutandone le qualità nascoste dalla situazione complessa che si vive a livello medico.

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