Oggi si celebra l’anniversario della nascita di Tonino Guerra, il poeta che amava e scriveva per il cinema e non solo.
Nasceva a Santarcangelo di Romagna il 16 marzo del 1920 laddove poi scomparve il 21 marzo del 2012. Ultimo di quattro figli segui degli studi regolari avendo come insegnante alle medie un giovanissimo Augusto Campana poi diventato tra i più famosi docenti universitari. Si diplomò a Forlì in un istituto magistrale per poi iscriversi all’Università prima a Venezia e poi a Urbino in Pedagogia. Sin da giovanissimo amava anche la pittura e dipingeva regolarmente anche se questa sarebbe rimasta per lui solo una passione.
A inizio agosto 1994 termina la sessione estiva all’Università stava per tornare a casa quando fu fermato e condotto alla locale Casa del Fascio considerato antifascista. Fu prima portato a Forlì e poi a Fossoli. Fu poi deportato e rinchiuso in un campo di internamento in Germania precisamente a Troisdorf. Di quell’esperienza sottolineò di essersi ritrovato con alcuni romagnoli che ogni sera gli chiedevano di recitare qualcosa in romagnolo e allora scrisse per loro delle poesie. Fu molto importante il suo contributo per rompere l’angoscia di un luogo davvero tremendo.
Alla fine della guerra, nel 1945, fece ritorno poi a casa.
Nel 1946 poi si laureò in Pedagogia all’Università di Urbino discutendo una tesi sulla poesia dialettale romagnola del novecento. Nel 1950 partecipò al “Premio Emilia” dedicato alla poesia dialettale emiliana o romagnola. Tra i giurati c’erano anche Salvatore Quasimodo e Eduardo De Filippo. Esordì nel 1952 con il romanzo La storia di Fortunato che segnò l’inizio della sua carriera.
Nel 1953 si trasferì a Roma per iniziare una carriera molto importante da sceneggiatore. Nel corso della sua carriera ha lavorato con tanti registi importanti da Federico Fellini a Francesco Rosi, da Michelangelo Antonioni ai Fratelli Taviani. Con Antonioni scrisse Blow-Up che gli valse anche la candidatura ai Premi Oscar.
Anni settanta che si rivelarono per lui molto proficui con oltre venti film e più di dieci libri scritti. Firmò sceneggiature importanti come quella di Amarcord (di cui alcuni attori fecero una fine tragica) di Fellini. Poi conobbe in Russia Eleonora Jablokina che sposò nel 1977, testimoni di nozze furono Andreij Tarkovskij (di cui parlò molto nel suo libro Zizek) e Michelangelo Antonioni.
Nel 1989 decise settantenne di non andare in pensione ma di iniziare a lavorare come pittore oltre a portare avanti collaborazioni importanti dal punto di vista del cinema. Nel 2001 si tolse anche la soddisfazione di diventare attore per un celebre spot della catena di Unieuro, negozi elettronici, che gli valse la popolarità del grande pubblico che magari prima lo conosceva poco. Ricorderete tutti il tormentone “Gianni l’ottimismo è il profumo della vita“.
Fu grande persona di cultura, amatissimo dagli appassionati di tutto il mondo, ma anche personaggio abile a lavorare dietro le quinte senza però voler mai emergere in prima persona tanto che addirittura nel 2001 divenne famoso davvero al pubblico per una pubblicità. Sicuramente è una delle menti più illustri della nostra storia che vogliamo ricordare e che sicuramente ci ha fornito delle emozioni straordinarie e in grado di arrivare al cuore di milioni di persone.
Questo articolo è stato modificato: 16 Marzo 2025 21:53
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