Paola Cortellesi è un’attrice di straordinario talento. Il suo debutto da regista la accomuna indissolubilmente alla grande Anna Magnani.
Di attrici brave in Italia ne abbiamo tante, ma su tutte potrebbe esserci Paola Cortellesi. Volto straordinariamente comico, interprete capace di dare corpo e voce a personaggi tragici e di raccontare vicende drammatiche, riuscendo a strappare un sorriso, e storie allegre facendo scendere una lacrima, la Cortellesi è tra le perle di diamante del panorama cinematografico nostrano.
Dopo una vita trascorsa davanti alla macchina da presa, l’attrice romana ha voluto cimentarsi nel ruolo di regista. Il talento non cambia, si modifica solo il punto di vista. “C’è ancora domani”, è l’opera prima di Paola Cortellesi, un dramedy in bianco e nero, in cui l’assenza di colori conferisce l’austerità della trama. Il film è stato scelto per aprire la Festa del Cinema di Roma e debutterà al cinema il 26 ottobre.
La pellicola vede Cortellesi nella doppia veste, quella di regista ma anche e soprattutto di interprete della protagonista. “C’è ancora domani” narra una storia realistica degli anni del dopoguerra. Una Testaccio semplice in cui manca ancora la cultura dell’emancipazione e del progresso. Un film che sembra avere tutto il sapore del neorealismo italiano: dal bianco e nero alla narrazione degli eventi del dopoguerra, alla rappresentazione di una Roma magnifica, ma ancora martoriata dal ricordo del grande conflitto mondiale. Delia, la straordinaria protagonista, con ferrea determnazione riesce a cambiare il suo destino.
C’è ancora domani, l’opera prima di Paola Cortellesi: uno straordinario manifesto di simil neorealismo
Paola Cortellesi ha portato in scena nella sua prima fatica cinematografica l’immagine della donna sottomessa e rinchiusa in una realtà in cui le donne non hanno voce in capitolo. “C’è ancora domani” vede protagonista Delia, sposata e madre di tre figli, cresciuta con il culto della famiglia e l’idea che il marito vada sempre accontentato. Non è abituata a contraddire il coniuge e ne asseconda ogni richiesta.
Sposata con Ivano, interpretato da Valerio Mastrandea, Delia vive nella sua piccola realtà a Testaccio. Da sola deve occuparsi delle faccende domestiche e di suo suocero, un uomo che non le mostra nemmeno riconoscenza. L’anziano, infatti, dà continuamente consigli al figlio su come addomesticare la nuora. Delia accetta tutto con stoica rassegnazione, forse inizialmente inconsapevole dello schiavismo alla quale suo suocero e suo marito l’hanno condannata. Tuttavia c’è ancora un domani e quel domani Delia comprenderà di voler vivere diversamente. La sottomissione lascerà il posto alla determinazione di cambiare rotta, e la donna riuscirà a dare un destino migliore anche alla sua primogenita.
In un contesto estremamente maschilista, in cui la donna vale meno di un oggetto, alla fine riesce a vincere la forza d’animo di Delia. Il percorso di emancipazione della donna è graduale ma proprio per questo più significativo. La Roma postbellica fa da sfondo alle vicende risultando un’altra protagonista. “C’è ancora domani” appare come un manifesto di una nuova dimensione neorealistica, in cui Cortellesi è una nuova Anna Magnani. In “L’Onorevole Angelina”, film di Luigi Zampa del 1947, la celeberrima attrice ha interpretato una donna del popolo che, con coraggio e determinazione, si è opposta ai soprusi dei violenti del quartiere. Un percorso differente e epiloghi differenti, accomunati dal protagonismo di due donne moderne ed innovative.
Il film di Paola Cortellesi racconta una società di settant’anni fa, eppure i temi trattati risultano più attuali che mai. Perché possono passare i decenni ma la donna deve ancora sgomitare il doppio dell’uomo. E non mancano i casi in cui debba lottare contro una mentalità ancora antiquata che la vuole relegata al ruolo domestico e procreativo. Cortellesi ha scritto, raccontato e portato in scena, in una storia, le storie di tutte le donne annullate dagli uomini, in nome di un maschilismo piccolo e becero.