Abbiamo raggiunto in Esclusiva Angela Ravazzolo autrice del libro “Il cinema di Christopher Nolan” che ha raccolto molte recensioni positive sul web e non solo.
Come ti sei avvicinata al cinema di Christopher Nolan e cosa ci hai trovato di speciale?
L’avvicinamento al cinema di Nolan è stato progressivo. Sono sempre stata amante del cinema in generale e negli anni ho cercato di guardare sempre film che fossero stati d’impatto nell’industria cinematografica. Quando ho visto Interstellar per la prima volta nel 2014 mi sono sentita fortemente legata alla storia. Posso dire che da quel momento ho iniziato ad appassionarmi in modo più marcato ai film di Nolan. Ho riguardato Memento e Inception, film che avevo già visto in precedenza, con occhi diversi proprio perché volevo studiare meglio la poetica del regista. Gli aspetti dei suoi film che mi affascinano di più sono il realismo e lo spessore psicologico dei personaggi. Combinare questi due elementi insieme significa creare un legame diretto con lo spettatore, proprio quello che è successo con me. Alcune dinamiche che ha portato sul grande schermo mi hanno toccato personalmente e l’interesse quasi morboso che ha nel creare un film in maniera precisa e realistica si riflette poi nell’opera finale, conferendogli prestigio. Questo ho trovato di speciale in lui.
Cosa ti ha spinto a scrivere un libro su di lui?
Il libro in realtà è la mia tesi di laurea. Mi sono laureata in Comunicazione all’Università di Ferrara, seguendo il percorso di Comunicazione della Cultura e delle Arti. In molti moduli del corso erano presenti materie incentrate sul cinema e sui registi più famosi, come Woody Allen e Stanley Kubrick. Poco prima di iniziare il terzo anno avevo già scelto il mio relatore, professore di cinema, e l’argomento della tesi. Inizialmente non era su Nolan, ma sul sogno e sull’identità distorta nel cinema. Parlando con il mio relatore poi ho deciso di portare il regista inglese, l’autore contemporaneo che ha sempre trattato queste due tematiche in maniera approfondita. Ovviamente ci sono altri registi che si occupano di questi temi, ma dal momento che Nolan è il mio preferito, la scelta è stata piuttosto “scontata”. Una volta terminata la tesi ho ricevuto i complimenti dal mio relatore e controrelatore e in generale da chi l’avesse letta. Ho pensato allora di pubblicarla come libro. Sul mercato italiano ci sono veramente pochissimi libri su questo regista, quattro o cinque forse, quindi mi sembrava un’ottima occasione aggiungerne uno a catalogo. Io stessa ho avuto difficoltà a reperire materiale per la tesi quando ho iniziato a scriverla, quindi ho pensato che la mia pubblicazione potesse essere di interesse e d’aiuto per altre persone nella mia stessa situazione.
Sicuramente sono meno conosciuti i suoi primi film, ma fortemente d’impatto sono sia Following che gli altri, che ne pensi?
Penso che i suoi primi film siano delle sperimentazioni cinematografiche ben riuscite. Nolan fin dall’inizio della sua carriera ha cercato di proporre lungometraggi intricati che raccogliessero alcune delle tematiche principali che in generale tratta, come l’identità e il tempo. È un peccato che pellicole come Following, Memento o Insomnia non siano conosciute quanto Inception o Interstellar. Penso siano interessanti e lungimiranti. Memento, per esempio, è stato il passe-partout per entrare ufficialmente nel cinema hollywoodiano e per dare inizio a numerose collaborazioni tra Nolan e attori importanti come Michael Cain, Chillian Murphy e Leonardo DiCaprio. I suoi primi film dovrebbero essere visti, perché anche se più “grezzi” e con budget più limitato, hanno comunque molti elementi cinematografici da offrire al pubblico.
Sul tuo libro parli a lungo del sogno, quanto è importante nel cinema del regista?
Il sogno per Nolan è molto importante. Lo ripropone spesso nei suoi film perché lo associa sempre alla realtà, come in Inception e Insomnia. Parla di elementi onirici per poi affiancarli ad elementi della realtà per dare allo spettatore spunti di riflessione su come percepiamo la realtà stessa. il finale di inception è ambiguo per un motivo, Nolan in primis ha sempre detto che non vuole dare una spiegazione unilaterale al finale del film, perché vuole che sia il pubblico a trarre conclusioni. E questo crea interesse in chi guarda la pellicola, crea dubbi e perplessità su come il sogno e la realtà spesso si mescolino. Il sogno poi Nolan lo associa anche al concetto di illusione e lui ama creare “giochi illusionistici” nelle sue opere. Vuole che il pubblico sia attivo e che rifletta, vuole che ci sia un ruolo attivo. Crede molto nel cinema e in quello che fa.
Interstellar ha diviso perché è un film difficile, come lo valuti?
Non sono troppo una persona scientifica e pragmatica e so che ha diviso perché molti hanno messo i puntini sulle i per tutti gli aspetti della fisica che Nolan ha portato nel film. È ovvio che ci siano elementi imprecisi e alcuni quasi surreali, però dal mio punto di vista non è così importante. Ha comunque creato una pellicola meravigliosa, interessante, emotiva. Non si può dire il contrario. Il fatto che lui abbia parlato di buchi neri e viaggi interstellari in maniera molto realistica, quindi non facendolo come se fosse un fantasy, a me ha convinto. Ripeto, non sono un’appassionata di fisica e ne capisco poco, però io lo trovo un film eccezionale, anche dato dal fatto che per la storia famigliare mi ci ritrovo molto. La colonna sonora poi è una delle migliori degli ultimi anni, Hans Zimmer è davvero speciale.
Cosa ti aspetti da lui ora?
Dopo aver visto Tenet ed essere stata delusa, ho grandi aspettative su Oppenheimer, film che uscirà nell’estate 2023. Il cast è meraviglioso, quindi sono pronta a vedere un altro capolavoro. Immagino sia difficile per Nolan mantenere l’asticella alta dopo aver fatto i kolossal che ha fatto, però non sono troppo preoccupata. I registi a questi livelli sanno lavorare e hanno una troupe professionale. Voglio solo che mi emozioni.