Tra scandali, maledizioni e superstizioni non c’è pace a Hollywood, tuttavia il caso del suicidio sul set del Il Mago di Oz è tra le leggende più eclatanti di sempre.
Il Mago di Oz è un piccolo capolavoro del cinema, uscito nel 1939 è tra le prime pellicole ad utilizzare la tecnica del Technicolor e per sopperire ai limitati (se non nulli) effetti speciali disponibili al tempo la produzione dovette essere a dir poco creativa.
Il film è stato inserito nel 2007 nell’Elenco delle Memorie del mondo dall’Unesco e al momento dell’uscita nelle sale ricevette ben sei candidature agli Oscar riuscendone a portare a casa due: Migliore Colonna Sonora a Herbert Stothert e Miglior Canzone per Over The Rainbow di Harold Arien e E.Y. Harburg.
Non mancarono tuttavia le controversie legate al film, come le numerose reazioni all’allergiche che colpirono il cast a causa dei trucchi e dei costumi. Basti pensare che per il trucco dell’Uomo di Latta si utilizzava la polvere di alluminio, questa causò una reazione avversa così violenta a Buddy Ebsen da fargli decidere di lasciare il ruolo. Tuttavia la più eclatante fu la legenda del suicidio in scena.
Il Mago di Oz, uno dei nani si è tolto la vita?
Nel film tra le scene più caratteristiche ci sono quelle girate nella Città dei Mastichini, ad interpretarli furono chiamati numerosi attori nani. Questi, stando a quanto si legge su Geek.pizza, guadagnarono un compenso inferiore rispetto a quello pattuito per la presenza sul set del cane Toto, interpretato da Terry, una simpatica cagnolina.
Terry – o meglio il suo proprietario – guadagnò ben 125 dollari a settimana, una cifra nettamente superiore a quella pattuita dagli interpreti dei Mastichini che guadagnano solo 50 dollari a settimana.
Proprio intorno alle figure dei Mastichini è nata una delle leggende più inquietanti di Hollywood, sensibile quando si tratta di film maledetti segnati da incidenti e coincidente particolari. Secondo la leggenda metropolitana uno degli attori si tolse la vita durante le riprese del film, la produzione per evitare ritardi e problemi sull’uscita della pellicola avrebbe deciso di insabbiare la notizia.
Tuttavia a loro insaputa il suicidio sarebbe stato ripreso dalle telecamere durante una delle scene più iconiche del film, quella in cui Dorothy, il Leone e l’Uomo di Latta saltellano cantando verso la Città di Smeraldo. Sullo sfondo della scena si vede infatti un’ombra scura, simile alla silhouette di un uomo impiccato. Ma è davvero così?
Negli anni – nonostante le smentite da parte della produzione – la scena ha continuato a far parlare, finendo ai giorni d’oggi in numerosi video su YouTube, che mostrano la particolare figura. Con il restauro del film emerse la verità: l’ombra che si vede ne Il Mago di Oz non è un uomo impiccato, bensì un grosso uccello (forse una Gru o una cicogna) che muore vorticosamente le ali. L’animale è visibile anche nel trailer ufficiale rilasciato nel 1939.