Può un film portare sfortuna? Il mondo del cinema e del teatro ha i suoi riti e le sue leggende, tuttavia alcuni retroscena dei film farebbero vacillare anche le persone più razionali.
Mai indossare il viola in scena o pronunciare la parola Macbeth, pena? Terribili sciagure per gli attori e lo spettacolo. Se il Teatro è la casa di credenze e riti il cinema non è certo da meno, sopratutto se si pensa ad alcuni set più sventurati di altri. Scopriamo quali sono i 3 film più sfortunati di sempre.
Un film può essere maledetto? La risposta razionale è senz’altro no, il mondo non gira infatti sulla base di fortuna e sfortuna, gli eventi non sono altro che un concatenarsi di causa ed effetto.
Tuttavia ci sono alcune pellicole passate alla storia per diverse sciagure capitate agli interpreti e agli addetti ai lavori durante e dopo le riprese, al punto da guadagnarsi la dicitura di film maledetti. Ecco i tre casi più eclatanti.
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Film, 3 pellicole sfortunate: colpa di una maledizione?
La superstizione è fortemente legata al mondo della recitazione, basti pensare che un recente lutto per il cast di Beverly Hills 90210 ha fatto tornare in auge la legenda sulla iella che segue i protagonisti della serie (come capitò con il cast di Glee a seguito della morte prematura dell’attrice Naya Riveira.
Atuk, troppa sfortuna per uscire in sala
Il caso di Atuk è sicuramente il più atipico tra quelli raccolti, il film infatti non è riuscito mai a vedere la luce proprio a causa delle innumerevoli sciagure capitate in fase di produzione. La pellicola è stata segnata dalla prematura morte di autori e attori, al punto che si decise di abbandonare il progetto.
Tra gli addii più eclatanti quello di John Belushi che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo del protagonista ma che morì prematuramente a causa di una overdose. L’attore comico Sam Kinison rimase vittima di un incidente d’auto poco dopo il primo ciak, seguito da John Candy che perì a seguito di un attacco di cuore.
La maledizione di Atuk colpì poi Chris Farley, chiamato a sostituire il protagonista e morto durante la contrattazione. L’ultima sciagura è senz’altro la più eclatante: Phil Hartman stava leggendo la sceneggiatura di Atuk quando sua moglie lo colpì a morte.
Il Presagio, segnato dal demonio?
Una presenza demoniaca si impossessò del set del film diretto da Richar Donner, Il Presagio. O meglio, questa è la credenza che si diffuse ben presto a causa degli innumerevoli incidenti capitati nel film del 1976, la cui trama tratta proprio della figura dell’Anticristo.
Due incidenti furo segnati da una macabra coincidenza: Gregory Peck e David Seltzer, rispettivamente il protagonista e lo sceneggiatori, furono coinvolti in una sventura in volo. Un fulmine colpi l’aereo su cui viaggiava Peck, diretto a Los Angeles, tre giorni dopo il medesimo incidente vide protagonista Seltzer.
Ma le sfortune in volo non finisco qui: Donner noleggiò un aeroplano per realizzare alcune riprese dall’alto. Durante il primo volo, tuttavia, il velivolo perse quota precipitando al suolo. Nell’impatto l’aeroplano colpi un auto, sulla quale viaggiavano la moglie e i figli del pilota. Nessuno uscì vivo dall’incidente.
L’ultima e inquietante coincidenza colpì John Richardson. L’esperto di effetti speciali fu incaricato di occuparsi della scena di decapitazione, tra le più crude de Il Presagio. Terminate le riprese si trovava in Belgio per un altro film, qui fu coinvolto insieme alla fidanzata in un incidente stradale. La giovane perse la vita proprio per decapitazione a causa di una lamiera. Richardson dopo l’impatto notò un cartello “Siete lontani da Ommen 66,6 km”, una coincidenza a dir poco inquietante.
Il Mago di Oz, difficile uscirne vivi
Il film Premio Oscar Il Mago di Oz è stato inserito dall’Unesco nella lista delle Memorie del mondo. Tuttavia, nonostante si tratti di un grande capolavoro della cinematografia mondiale, il film non è esente da sciagure.
Durante le riprese del film del 1939 alcuni attori finirono con l’avere reazioni allergiche o soffocamenti dovute ai trucchi e ai costumi di scena. Tuttavia trattandosi di una produzione degli anni Trenta si tratta di conseguenze dovute agli strumenti del tempo. A lasciare il segno fu invece la leggenda del suicidio finito accidentalmente nel film: per anni si parlò di un attore che si tolse la vita durante le riprese, finendo per sbaglio nella scena che mostra Dorothy e i suoi compagni di avventura dirigersi verso la Città di Smeraldo. La voce fu tuttavia smentita dalla produzione.
A perdere la vita durante le riprese fu invece Margaret Hamilton, rimasta vittima di un effetto speciale che avrebbe dovuto diffondere alcune fiamme sul set.