John Carpenter è protagonista della storia del cinema dove ha recitato un ruolo determinante nel reinventare diversi generi.
Abbiamo raggiunto in Esclusiva Edoardo Trevisani che per NPE ha pubblicato lo splendido volume “Il regista da un altro mondo” che si interroga sulla filmografia di questo grande autore.
John Carpenter ha cambiato per sempre la storia del cinema horror, quanto di lui c’è in quello che vediamo oggi al cinema?
Sicuramente molto. Innanzitutto lo slasher deve tutto ad Halloween, sia per la formula che per quanto riguarda le tematiche, ma la vera lezione carpenteriana risiede nell’aver saputo raccontare il Male come qualcosa che può venire fuori da contesti che crediamo rassicuranti e lo ha fatto con uno stile unico in cui il genere viene contaminato dal cinema classico. Ci sono diversi registi che hanno dichiarato di avere un debito con John Carpenter, come Robert Rodriguez, per esempio, ma spesso ci si può imbattere in lui anche in film che non sono prettamente horror: Hatefull Eight, per esempio, risente chiaramente dell’influenza de La Cosa, film che del resto Quentin Tarantino ha dichiarato di ammirare molto.
LEGGI ANCHE >>> Intervista a Riccardo Antoniazzi su Ridley Scott
Uno dei suoi capolavori è sicuramente Halloween La notte delle streghe, come giudica il reboot della saga e ancor prima come valuta i due lavori antecendenti di Rob Zombie?
Il reboot francamente lo reputo piuttosto inutile e anche un pochino pretenzioso. La forzatura della tematica femminista alla lunga stanca e stilisticamente non aggiunge granché. Molto più interessante è l’esperimento condotto da Rob Zombie, che almeno cerca di imprimere alla storia di Michael Myers uno stile diverso, più sporco, graffiante, violento, in controtendenza con la simmetria e la compostezza formale del film girato da Carpenter. Halloween II poi ha una trama molto particolare, si muove in maniera intelligente tra la psicoanalisi e il soprannaturale e fa di Michael Myers, non solo il carnefice, ma anche la vittima di un paese, l’America, profondamente malato.
Qual è il suo film preferito di Carpenter e perché?
Domanda difficile. Sono molto legato a 1997 Fuga da New York, con il quale sono cresciuto, ma probabilmente il suo capolavoro è La Cosa, film attualissimo che ancora oggi colpisce lo spettatore per l’atmosfera claustrofobica, il clima paranoico e per gli effetti speciali, che, seppur artigianali, reggono benissimo alla prova del tempo.
John Carpenter di oggi, John Carpenter di ieri
In cosa John Carpenter è ancora attuale e in cosa magari è rimasto indietro?
John Carpenter è un regista orgogliosamente fuori dal tempo, come i suoi eroi, del resto, che sono espressione dei valori di un cinema classico che ormai non esiste più. Questo perché il suo sguardo è riuscito ad andare in profondità, prevedendo il declino del mondo occidentale, ostaggio dei mass media e della tecnologia, devastato dalla crisi economica e politica e in cui l’uomo è chiamato misurarsi con il male, che spesso si nasconde dietro le apparenze più rassicuranti mettendo in crisi tutte le tue certezze, come accade ne Il signore del male o in Essi vivono.
LEGGI ANCHE >>> Intervista a Enrico Vanzina su Tre Sorelle
Le piacciono gli ultimi film?
Credo che il suo ultimo capolavoro sia Vampires, un western horror che ha dei momenti davvero indimenticabili. I suoi ultimi film restano comunque degni di rispetto, The Ward ad esempio è un piccolo gioiellino che sa tenere alta la tensione e anche Cigarette Burns è molto valido, sicuramente uno degli episodi migliori di Masters of Horror.
Sta lavorando a qualche nuovo libro?
Per il momento mi sto dedicando al lavoro. Ho un progetto sul quale mi vorrei dedicare, ma preferisco non svelare nulla per il momento.