La morte presunta di Ylenia Carrisi è ancora una vicenda avvolta nel mistero. A 28 anni dalla scomparsa ci si chiede ancora cosa sia successo davvero a New Orleans.
Torniamo a parlare del caso di Ylenia Carrisi. Negli ultimi giorni dalla Spagna è arrivata la notizia che la figlia di Albano e Romina si trovi a Santo Domingo e sia sposata con un certo Gringo. Una vicenda che però è stata dichiarata inattendibile. Ma questa non è stata la prima segnalazione.
In questi anni in tantissimi hanno avanzato ipotesi in merito alla vicenda che lega Ylenia che, dopo oltre vent’anni dalla sua scomparsa, si è deciso di mettere “fine” e dichiarare la morte presunta. La sentenza è stata data dal Tribunale di Brindisi, dietro la richiesta di Albano Carrisi.
L’evento che lega la primogenita del cantante di Cellino San Marci è stato per lungo tempo al centro del dibattito pubblico. Ma su cosa sia successo davvero quel 31 dicembre 1993 a New Orleans è ancora un mistero tutt’altro che risolto.
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Cosa è successo a Ylenia Carrisi: il mistero della scomparsa
Secondo quanto raccontato dalla famiglia, la ragazza ha fatto l’ultima telefonata la mattina di Capodanno dall’Hotel Le Dale di New Orleans. In Italia era il 1° gennaio 1994, mentre negli Stati Uniti non era stato ancora festeggiato l’anno nuovo. Il posto in cui alloggiava era un albergo malfamato della capitale dalla Louisiana.
Era insieme al trombettista e artista di strada Alexander Masakela. Proprio l’uomo che all’epoca aveva 54 anni ed era considerato dalla ragazza come un maestro ed un guro è stato il primo ed unico sospettato della sparizione di Ylenia, ma senza mai essere condannato.
I due, secondo quanto riferito dalla proprietaria dell’Hotel, sono stati insieme fino al 6 gennaio. Quel giorno la Carrisi era stata vista uscire “calma e lucida” intorno a mezzogiorno. Masakele invece rimase fino al 14 gennaio, tentando di pagare il conto con i Traveller’s cheque di Ylenia.
Nonostante i dubbi sull’uomo e la convinzione che sapesse molto di più rispetto a quanto avesse raccontato alle forze dell’ordine, Masakele non fu mai ritenuto colpevole della sparizione di Ylenia. Si fece solo due settimane di carcere per l’accusa di stupro da parte di una ragazza.
Un’altra questione mai chiarita è che cosa ci facessero il walkman ed il giubbotto di Ylenia nella casa di una ragazza che era stata ammaliata dal fascino di Masakele. Un punto che nessuno mai riuscì a chiarire del tutto.
Ylenia Carrisi si è suicidata? La testimonianza
In questa vicenda si è dato credito alle parole di Albert Cordova, il guardiamo notturno dell’Audubon Aquarium of the Americas. Per diverso tempo l’uomo è stato una figura chiave per le indagini sulla scomparsa. Era convinto di aver visto una ragazza bionda gettarsi nel Mississippi la sera del 6 gennaio.
L’uomo ha raccontato alla polizia di aver parlato con quella ragazza di età compresa fra i 18 e i 24 anni che aveva un’espressione molto triste in volto. Dopo una breve conversazione la ragazza si sarebbe gettata nelle acque, nuotando per circa 15 minuti cambiando stile di nuoto per poi essere inghiottita.
Nonostante la versione dell’uomo suscitò parecchi dubbi e non venne del tutto presa in considerazione, la pista del suicidio non venne abbandonata del tutto. Anzi, per molti rimane ancora l’unica spiegazione plausibile.
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Quello che è sicuro è che la scomparsa di Ylenia è ancora oggi un mistero ancora da scoprire. La sua avventura in quella “città maledetta”, che ha il record di persone scomparsa, ha avuto un tragico epilogo ancora irrisolto.