Filippo Timi è attore, scrittore, regista, drammaturgo e doppiatore. Una carriera incredibile, in cui la sua creatività non si è mai arrestata nonostante la malattia degenerativa.
Filippo Timi è un artista poliedrico, che nel corso della sua carriera ha fatto molto parlare di sé sia come attore, come regista ma anche come scrittore. In tv l’abbiamo particolarmente apprezzato per lo sceneggiato I delitti del barlume, serie tv molto amata dal pubblico. Al cinema invece ha brillato interpretando ruoli in film come Saturno contro, Vincere, La doppia ora, Come il vento. Timi è una persona con spiccate dote artistiche innate, che lo hanno portato a sperimentare in diversi settori. La sua strabordante creatività non è stata nemmeno scalfita dalla malattia degenerativa con cui hai imparato nel tempo a convivere.
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Vita privata, le nozze di Timi lontano dall’Italia
Anche se Filippo Timi tiene particolarmente a mantenere la sua privacy lontano dallo sguardo indiscreto del mondo del gossip, sappiamo alcune informazioni riguardo la sua storia sentimentale. È stato nel 2016 che l’uomo ha sposato il proprio compagno Sebastiano Mauri. Con quest’ultimo condivide la medesima passione per il mondo cinematografico e teatrale, in quanto Mauri è un regista molto apprezzato in entrambi i settori. Le loro nozze a quanto pare sono avvenute negli Stati Uniti e in particolare a New York. Le decisione è avvenuta poiché entrambi a quanto pare non hanno mai apprezzato particolarmente, secondo quanto scritto da Cinematographe, il modo in cui sono percepite e gestite le unioni civili nel nostro paese.
Per loro in Italia infatti le relazioni omosessuali sono intese diversamente rispetto a quelle di due persone etero. Insieme i due hanno anche lavorato ad un progetto importante. Come abbiamo già detto precedentemente Timi è uno scrittore e tra i suoi libri più apprezzati c’è anche Favola. Proprio da questo libro è stata tratta non soltanto un’opera teatrale, ma anche un film che ha visto alla regia proprio Sebastiano Mauri, il marito dell’attore.
La malattia degenerativa
Probabilmente non è noto a molti, ma Filippo Timi convive purtroppo ormai da diversi anni con un disturbo molto grave. Si tratta della malattia degenerativa di Stargardt. In generale le persone che sono affette da questo disturbo iniziano ad avere una perdita lenta e progressiva della vista soprattutto nella parte del centro del punto focale. È stato durante la crescita che questo problema ha iniziato a presentarsi, portandolo a poco a poco ad avere sempre più difficoltà anche nel suo lavoro. L’uomo ha raccontato di poter utilizzare il computer e cellulari tramite l’uso di caratteri molto ampi. Una malattia la sua che però non è riuscita a bloccare i suoi sogni, trovando sempre un modo alternativo per poter lavorare in tranquillità.
Filippo Timi, un’infanzia difficile
Neanche l’infanzia di Filippo è stata particolarmente facile, come raccontato anche durante un’intervista a La Repubblica. Da piccolo infatti faceva parte del gruppo degli “sfigati”, ed era spesso preso in giro poiché obeso. A quanto pare inoltre soffriva anche di ernia e di epilessia. Nonostante tutto però Timi viveva in un mondo tutto suo, fatto di amore per lo studio e per l’arte. Ha frequentato infatti l’istituto d’arte e addirittura era uno tra gli studenti più bravi, raccontando di aver consumare quantità di carta incredibili e in modo compulsivo. Un suo grande sogno era dunque quello di vivere una vita d’artista, anche se come raccontato da lui sua madre “era sempre lì a ricordarmi che i soldi per mantenermi non c’erano”.
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Convivere con la balbuzie
Uno dei problemi che più l’ha portato ad avere maggiori difficoltà nella vita è stato però senza ombra di dubbio la balbuzie. Potrebbe essere in effetti difficile pensare che una persona balbuziente riesca a sfondare in campo attoriale, ma in effetti è stato lo stesso Timi a raccontare che è stata proprio la recitazione ad aiutarlo moltissimo a superare questo problema. Sul palco di un teatro o su un set cinematografico o televisivo l’uomo riesce infatti a pronunciare tutte le battute senza problemi, gestendo in maniera impeccabile questo aspetto. Non è stato facile però per lui avere a che fare con questo problema, ma nel corso degli anni è riuscito anche ad ironizzare su esso. Per lui è diventato addirittura fondamentale scherzarci su e accettarla, anche se in alcuni casi era un vero e proprio problema. Per Timi, come ha specificato intervista per Huffington Post, accettare la sua balbuzie è come non subirla più totalmente.
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Filippo Timi, artista poliedrico
Filippo Timi è uomo con la necessità sempre forte di esprimere se stesso tramite l’arte. All’attivo ha una lunga lista di film a cui ha preso parte, che abbiamo già detto precedentemente, ma si è anche cimentato in percorsi differenti come quello della scrittura. Forte dunque anche la l’esigenza di scrivere pubblicando libri come l’esempio Tuttalpiù muoio o E lasciamole cadere queste stelle, e collaborando anche a progetti diversi, scrivendo anche per la rivista italiana Rolling Stone. Prolifica è anche la sua carriera teatrale, e tantissimi sono stati gli spettacoli che ha portato in scena durante il corso degli anni. Non manca nemmeno nel suo curriculum il doppiaggio, divenendo la voce di Manfred in L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva e L’era glaciale – rottura di collisione. È stato anche la voce di Thom Hardy nel film Il cavaliere oscuro – il ritorno.