Simone Cristicchi e il dramma del padre: scomparso quando il cantante era solo un bambino. Soltanto l’arte è riuscito a salvarlo
Simone Cristicchi è uno dei cantanti italiani più apprezzati. Nel 2007 ha vinto il Festival di Sanremo con il brano Ti regalerò una rosa. Oggi pomeriggio sarà ospite di Silvia Toffanin a Verissimo dove si racconterà apertamente e in modo autentico, come aveva già fatto in passato.
In quell’occasione, aveva raccontato il dramma che lo aveva colpito nella sua infanzia, quando dovette affrontare un grave lutto con la morte del padre. Lui aveva solamente 12 anni e naturalmente il dolore è stato grande, grandissimo. Insormontabile.
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Simone Cristicchi, il dramma della sua infanzia: la dolorosa scomparsa del padre
Simone Cristicchi ha fatto la storia del Festival di Sanremo ed è oggi uno dei cantanti più apprezzati che il nostro panorama musicale può offrire. Oggi pomeriggio sarà ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, dove il pubblico spera che racconterà molto della sua vita.
Il cantante aveva raccontato i ricordi della sua infanzia, da lui definita normale trascorsa in una famiglia normale nella periferia romana. Proprio in quel periodo ha maturato la sua passione e il suo amore per il disegno, che è stato molto importante per la sua esistenza e per superare il dolore struggente. Quando il papà è mancato, Cristicchi aveva solo 12 anni, mentre il genitore ne aveva compiuti 41. A quel punto essere orfani è diventato un problema. Da un istante all’altro si è ritrovato ad essere diverso e per questa ragione si autoemarginava.
La tristezza più grande per lui è stata vedere i suoi compagni di scuola, tutti con una famiglia al completo. Naturalmente hanno provato a dirgli che il papà un giorno l’avrebbe rivisto, però lui sapeva tutto alla perfezione: purtroppo non c’era più e non l’avrebbe rivisto.
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Un momento difficile scaturito in una ribellione verso il mondo esterno. Il rifugio nella sua fantasia e nel disegno con il passare del tempo è stato il modo per evadere dal dolore. Un mondo dove nulla poteva accadergli, niente di brutto e grazie al quale riusciva ad avere tutto sotto controllo, essendone lui il creatore. E questa realtà da lui realizzata era fatta di personaggi buffi e da fumetti che guardavano le cose in modo positivo. In questo modo l’arte gli ha salvato la vita e lo ha aiutato a superare un momento davvero terribile, ancora di più per un bambino di soli 12 anni.
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