Intervenuto ai nostri microfoni Vincenzo Napolillo ha parlato del suo ultimo libro “Cosenza storia e cultura” edito da Santelli.
D. Quale dei caratteri forti del popolo di Cosenza considera più interessante e perché?
R. I Cosentini hanno indole indipendente e badano soprattutto ad accrescere la loro cultura. L’Università della Calabria è a poca distanza dalla città. Dai viaggiatori del Grand Tour Cosenza è
stata appellata: «Atene della Calabria». D. Cosenza ha dato i natali al filosofo e poeta Bernardino Telesio, figura importante del movimento scientifico del Rinascimento, ancora oggi molto apprezzato negli ambienti accademici.
In una monografia a lui dedicata, lei ha ricordato una frase del filosofo: «La mia diletta città potrebbe benissimo fare a meno di me. Ma sono io che non posso fare a meno di essa. Essa mi scorre nelle vene ed amo». A quale aspetto dei suoi studi, il grande pensatore non riusciva a rinunciare?
R. Bernardino Telesio è il personaggio cosentino più illustre; le sue opere furono commentate da Francesco Bacone ed elogiate da Sertorio Quattromani. Oppositore di Aristotele, egli fu esploratore della natura indagata come realtà autonoma, «iuxta propria principia», e pose le premesse per l’instaurazione del «regnum hominis», secondo una visione tuttora interessante. Sostenne la tesi del «sensismo radicale» e riconobbe un’anima spirituale esclusivamente dell’uomo, senza rinunciare a
professare il sentimento autentico della sua fede cattolica.
D. Qual è il vero tesoro della città, che Alarico non è riuscito a nascondere?
R. Alarico, conquistatore di Roma, fu seppellito nel 410 nel Busento con un ricco corredo funerario, ma il tesoro pubblico fu ereditato dal cognato Ataulfo e regalato per le sue nozze con Galla Placidia, nella città di Narbona. Il vero tesoro di Cosenza è la creatività e il costante progresso nel cammino
sociale e civile.
D. Cosenza è stata recentemente il set cinematografico di produzioni nazionali di prestigio. Quali secondo lei i punti di forza del paesaggio e del territorio cosentino? Nella società attuale pare che i giovani non conoscano a fondo la storia dei loro padri. Questo libro può essere utile anche ai ragazzi delle nuove generazioni?
R. I cortometraggi: «Calabria, terra mia» di Gabriele Muccino e «Il sentiero», diretto dal regista Gianfranco Confessore, per la produzione di Pasquale Arnone, rivisitano la Calabria, luogo di storia e del mito. I giovani, con la loro insopprimibile vitalità, hanno gli occhi rivolti ai «punti di forza» del territorio, vale a dire alla luce, alle bellezze paesaggistiche e museali, alle ricchezze della vita. A loro e ai turisti italiani e stranieri mi piace raccomandare il libro: “Cosenza, storia e cultura” di
facile lettura e comprensione, che non si somma agli altri, e ribadire: «Senza ombra di dubbio la storia è l’arte di lasciarsi sorprendere».