Aurora Ramazzotti, su Instagram lo sfogo che fa riflettere e che fa pensare non poco: ma ecco che cosa la indigna.
Aurora Ramazzotti, su Instagram arriva uno sfogo davvero forte: la ragazza non accetta alcuni comportamenti che le fanno letteralmente “schifo”, ecco perché.
Cosa succede alla 25enne? La figlia di Eros e Michelle non ha peli sulla lingua e non si fa, di certo, problemi a parlare di argomenti e tematiche spesso taciute o a giustificare comportamenti sessisti spesso accettati passivamente.
Aurora ci tiene molto ad esprimere il suo parere sui social, dove è molto seguita. Proprio ieri ha pubblicato una foto su Instagram condividendo un pensiero che, sicuramente, accomuna molti in questo periodo.
La ragazza ha guardato un film datato al 2005 e tutta quella “normalità” osservata nella pellicola le ha fatto strano, un po’ come sarà capitato a tutti ultimamente: “Vedevo le persone vicine e mi dava fastidio – scrive la Ramazzotti – Mi infastidiva la normalità e questo un po’ mi rattrista”.
Aurora Ramazzotti, su Instagram lo sfogo duro: “Fate schifo”
La 25enne, però, non perde la speranza e si augura che questa situazione, il prima possibile, possa diventare solo un ricordo e che le distanze tra le persone si possano presto accorciare.
Tuttavia, nella giornata di oggi, è un altro fatto quello che ha provocato una reazione sdegnata da parte di Aurora. In una storia su Instagram si è lamentata e ha voluto parlare di un fenomeno molto diffuso che prende il nome di “Cat calling”; ovvero le molestie verbali, i versi, e i fischi che vengono rivolti ad una donna quando cammina per strada.
La Ramazzotti ha raccontato che proprio stamattina le è capitato mentre stava facendo attività fisica all’aperto, e si è tolta la felpa, mostrando il top sportivo che indossava sotto alla maglia: “Sono l’unica che ne è sempre vittima? Appena mi metto una gonna o mi tolgo la giacca devo sentire fischi e commenti” si è sfogata la ragazza sul social.
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Aurora ha ribadito quanto questa pratica le faccia schifo, così come tutte le persone che ne fanno uso. Un messaggio chiaro e conciso quello della 25enne che si è sentita di parlare, in questo caso, a nome di tutti, specialmente delle donne.