Hip Hop e riscatto sociale a Cassino, in provincia di Frosinone l’arma migliore per combattere le avversità è la danza, con l’aiuto di Salimè Jessica Imani: il talento si tinge di rosa.
La volontà di ricominciare da capo. Sono in pochi ad averla davvero, una tipologia di persone che crescono con i sogni in tasca e le ambizioni non sempre a portata di mano. Costrette a strappare il foglio quando hanno finito le pagine da voltare.
Un artista può ancora farlo. Avere il lusso di reinventarsi da capo a piedi in ogni momento, consapevole dei rischi che corre fino al punto di non averne: un giorno non è mai uguale all’altro. Allora, a livello artistico, forse la peggior condanna resta la monotonia.
In Ciociaria, precisamente a Cassino, la spezzano in molti modi: il più bello (e più costruttivo) resta quello attraverso l’armonia. In provincia di Frosinone arriva l’Hip Hop e non è merito di Madre Natura, bensì di “Mamma Crew”: così la chiamano, colei che ha trovato l’America sotto casa.
Al secolo, Salimè Jessica Imani, un concentrato di tecnica, estro, passione e spirito d’iniziativa. Ancor di più quando balla, ma solo perché i passi di danza sono il proprio personale e tortuoso sentiero verso la felicità. Un legame indissolubile fra culto e cultura fa sì che il talento parli il dialetto stretto a numerosi ragazzi, desiderosi soltanto di un’opportunità.
Ma Salimè osa, offre loro una via d’uscita al sapore di riscatto: decine, centinaia, di allievi nel corso degli anni per ballare sulle avversità. Facile a dirsi, meno a farsi. Allora non resta che lanciarsi in un viaggio mutevole e denso di nuovi orizzonti che possono trovarsi anche sulla punta di un paio di scarpe consumate a forza di saggi, prove e coreografie.
Basta saper guardare, e lei vede con occhi diversi tutti coloro che vogliono osare per concedersi una seconda occasione: ricominciare da capo, appunto. La danza come terreno fertile per stimolare gli animi: non a caso la sua prima crew prende il nome di “Menti Fertili”. Poi, dopo che il talento è germogliato, serviva essere eroi (almeno per un giorno, come ha già detto qualcuno).
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Allora sono nati gli H2O. Heroes Too. Come dire che la qualità più bella è la consapevolezza della semplicità, malgrado tutto, contro ciascuna sovrastruttura. Gruppi, situazioni, esigenze mascherate da doveri, per inseguire quell’alternativa sociale, culturale e politica necessaria a rendersi conto di poter guardare oltre.
La responsabilità incontra l’empatia e a braccetto si intersecano fino a far somigliare Cassino a Manhattan e la Ciociaria agli USA. Chiedere a Skioffi, Giorgio Iacobelli per l’anagrafe, che gli “Amici” li ha conosciuti su quelle strade prima ancora che da Maria De Filippi.
Una rappresentazione di rivalsa sociale attraverso la coreografia migliore: quella che ricorda quanto, per andare avanti, servano volontà e stimoli in riproduzione casuale. Salimè incarna per molti il riferimento principale nello smarrimento dei propositi.
È quell’anello di congiunzione tra il vorrei farlo e lo sto per fare, con l’aggiunta di un sorriso rassicurante. Lo stesso che traccia il sentiero a quei compagni di vita acquisiti lungo la strada. Età, ambizioni, sogni e speranze a confronto sulla pista da ballo.
Senza un perché, ma con tante domande ancora in serbo, Salimè Jessica Imani è riuscita a costruire canali e integrazione laddove sembrava impossibile. Prima delle palestre bisogna riaprire le coscienze: l’educazione giovanile – oggi – passa anche dall’approccio poliedrico e performante ad un beat. Sempre di battiti si tratta: cuore e musica, alla fine, vanno avanti allo stesso modo e per alcuni, spesso, coincidono.
Questo articolo è stato modificato: 27 Giugno 2021 01:07
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