Mara Venier si è giustamente risentita di un nostro articolo legato al marito Nicola Carraro. Chiediamo sentitamente scusa, senza giustificazioni sul titolo.
Chiediamo sentitamente scusa a Mara Venier per il pezzo su Nicola Carraro che ha portato anche a noi grandissimo dispiacere. La storica conduttrice di Domenica In ha postato un nostro titolo, alzando la voce, giustamente, per quanto poteva sembrare e realmente non era. Non c’era da parte della nostra redazione nessuna volontà di ferire o offendere persone che stimiamo e che ammiriamo. Tanto che il nostro lavoro ci ha portato nel tempo sempre a difendere e a proteggere il nome della zia della televisione.
Mara Venier, senza giustificazioni
Un errore a volte non ha giustificazione, accade e basta forse per la volontà di portare valore a un portale, un percorso, ed è così che a volte si possono commettere anche insostenibili autogol. Proprio di fronte a questo evento legato a Mara Venier e Nicola Carraro, persone che stimiamo e amiamo professionalmente, ci troviamo pronti a chiedere umilmente scusa per quella che è stata una svista e non volontà di ferire nessuno.
Il tutto era nato da un semplice post su Instagram dove Nicola Carraro mostrava il grande dolore per la scomparsa di Alberto suo cugino e dove Mara commentava con un commovente “Grande Alberto ancora non ci credo auguri ovunque tu sia“. Parole che sono state scritte chiaramente fin da subito nel nostro pezzo, ma che sono state male interpretate dal redattore che ha riportato un “Nicola Carraro, marito Mara Venier: è morto, ci mancherà”. Titolo sbagliato, errore imperdonabile e banale nel non mettere quelle virgolette che avrebbero quantomeno evitato del dolore in persone a cui auguriamo sempre il meglio. Perché la nostra volontà era semplicemente quella di scrivere un ricordo sul cugino di Nicola Carraro senza voler fare polemiche. Certo è che se il titolo fosse stato diverso non sarebbe stato interpretato in questo modo il nostro lavoro, comprendendo un errore imperdonabile chiediamo umilmente scusa a chiunque si sia trovato a leggerlo e sia stato turbato da un titolo che non andava decisamente pubblicato in quel modo. Ci dispiace e rinnoviamo le nostre scuse anche all’editore che ci da fiducia rendendo il nostro lavoro libero di esprimerci in completa autonomia ma che in questo frangente si totalmente dissociato e non rappresentato da questo tipo di comportamento, dovuto purtroppo da un grave errore di superficialità.
Matteo Fantozzi Direttore Responsabile