Carlo Buonerba sta per uscire con Rossini Editore con il suo primo libro, “Cronaca di un amore non corrisposto”. Lo abbiamo intervistato in esclusiva.
Le sue parole: “Il primo libro della mia carriera letteraria, volevo fosse in un certo senso un’opera con un forte senso dell’originalità e dello sperimentalismo. Indipendentemente dalle similitudini e dai parallelismi che ci sono tra il protagonista Federico Spes e lo scrittore Carlo Buonerba, ho sempre ritenuto che le storie
appassionano veramente se i fatti che vi si raccontano sono veri”.
Continua: “Indubbiamente i grandi scrittori riescono a far vivere per davvero i loro personaggi, pur nel mondo fittizio di una costruzione mentale e letteraria, ma ho sempre l’impressione che un lettore più attento, la finzione, alla fine, la riesca in qualche modo a cogliere”.
Continua Carlo Buonerba su Cronaca di un amore non corrisposto: “Possiamo dire che in “cronaca di un amore non corrisposto” le finalità siano fondamentalmente due: la prima è intrinseca alla storia narrata e riguarda il nostro eroe e il suo indeterminato amore verso Raffaella, cerca in tutti i modi di potere scalfire il suo glaciale distacco, ci riuscirà, non ci riuscirà? Non è importante in sé l’esito, la convinzione di fondo è che l’amore accresce molto più il cuore di chi prova tutta la sua forza, da chi, invece, lo riceve. Quindi è comunque sempre un sentimento evolutivo di accrescimento, di profondo cambiamento interiore”.
Continua: “La seconda finalità, anch’essa alquanto difficile da perseguire, è quella di riuscire pur nello scenario monoprospettico dell’io narrante di far vivere i personaggi, gli amici del protagonista, ossia di permettere a questi ultimi, in qualche modo, di influenzare con il loro comportamento la vicenda stessa. I limiti di una narrazione in prima persona portano su questo aspetto molteplici rischi, proprio uno dei tanti
personaggi che non sono entrati in scena poiché riapparsi nella mia vita quando già avevo concluso la vicenda narrata, ha sollevato perfino il dubbio come questo “racconto” non abbia una forte matrice femminista e come di fatto Raffaella non sia tratteggiata poiché non agisce, ma vive solamente nella mente di Federico. E così di riflesso tutti gli amici che man mano entrano in scena vivano soltanto di luce riflessa, la luce che lo sguardo o l’attenzione di Federico può dargli. Spero e credo vivamente che, invece, il lettore abbia un’impressione differente e che riesca ad avere spunti di immedesimazione pur nel microcosmo unidirezionale di Federico Spes”.
Questo articolo è stato modificato: 14 Giugno 2022 16:24
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