Sarah Scazzi oggi avrebbe 25 anni: purtroppo la sua vita si è fermata a 15, quando le è stata portata via brutalmente da coloro che amava: chi era Sarah?
Sarah Scazzi era solo un’adolescente quando è stata brutalmente uccisa dalle persone che più aveva a cuore; oggi la ragazza sarebbe una 25enne e, forse, avrebbe realizzato tutti i suoi progetti.
Sarah viveva ad Avetrana, un paesino in provincia di Taranto che è diventato tristemente noto per l’assurdo omicidio di cui la ragazza è stata protagonista. Non era nata nel paese salentino in realtà, ma a Busto Arstizio il 4 aprile 1995, dove il padre e il fratello maggiore, Claudio, continuavano a vivere e a lavorare.
Inizialmente Sarah e Claudio facevano una vita da pendolari tra il Nord e il Sud, ma alla fine la ragazza era stata costretta a trasferirsi ad Avetrana insieme alla madre Concetta Serrano Spagnolo. La realtà del paese salentino andava molto stretto alla piccola Scazzi: abitava con la madre nella casa del nonno malato, che Concetta doveva accudire. Sarah si era creata una realtà parallela online, chattando con molte persone, anche più grandi di lei e dedicandosi molto ai social network. Quando scomparve nell’agosto del 2010, si pensò potesse essere finita nei guai a causa di qualche incontro organizzato online.
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Sarah Scazzi aveva diversi progetti: frequentava un istituto alberghiero ma aveva la passione per l’estetica; sarebbe diventata un’estetista come la cugina più grande, o forse una cuoca e si sarebbe trasferita a Milano. La ragazza aveva parlato spesso dell’idea di ritornare nel capoluogo lombardo, dal padre e dal fratello Claudio, per allontanarsi dalla realtà paesana della piccola Avetrana.
Pare che i rapporti tra la piccola Scazzi e la madre Concetta non fossero proprio idiallici; la donna aveva trovato conforto nella religione di Geova. La fede della mamma aveva privato Sarah di alcune tappe importanti per lei, come i compleanno festeggiati e il Natale, e da adolescente qual era, le interessava solo uscire e conoscere nuove persone.
Da piccola Sarah pare che fosse stata bullizzata a scuola a causa della sua pelle diafana e i suoi capelli biondi, così diversi da quelli dei suoi compagni. Nel 2010, però, era diventata una bella adolescente e aveva iniziato a frequentare moltissimo la casa della zia Cosima Serrano, sorella della madre, e in particolare la cugina 22enne Sabrina Misseri.
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Per superare la noia di vivere in un paesino come Avetrana, Sarah Scazzi aveva preso a frequentare moltissimo la casa della zia Cosima e soprattutto la cugina Sabrina, di 7 anni più grande. Sarah era come una terza figlia per gli zii e la madre Concetta, nonostante non fosse in ottimi rapporti con la sorella, non ha mai osteggiato questo legame.
Alla ragazza piaceva frequentare il mondo “adulto” in cui l’aveva introdotto la cugina Sabrina, che la portava con sé al pub e nelle sue uscite serali. In una delle loro serate insieme avevano conosciuto Ivano Russo, un cuoco di 27 anni con il quale avevano subito legato. A quanto risulta ricostruito dalle indagini e dai processi, Sabrina Misseri e Russo hanno avuto un “incontro passionale” passeggero, che sarebbe stato concluso in fretta dal ragazzo, che provava solo amicizia nei suoi confronti.
Anche Sarah aveva un ottimo rapporto con Ivano e sarebbero state proprio le attenzioni e la ricerca di “coccole” da parte dell’adolescente nel ragazzo più grande a scatenare la gelosia di Sabrina. Tra di loro pare ci fosse stata una discussione accesa e poi un lieve allontanamento, perchè pare che Sarah avesse rivelato in giro i dettagli del rendez vous tra Sabrina e Ivano. Stando ai diari della piccola Scazzi, i rapporti con la cugina erano tesi alla fine dell’agosto 2010: poi il giorno 26 è uscita di casa per recarsi a casa sua e non è più stata vista, per poi essere stata ritrovata in un pozzo 40 giorni dopo.
Nel 2017 è stata confermata la condanna per l’omicidio volontario di Sarah Scazzi, aggravato dalla premeditazione, per Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Lo zio di Sara e padre di Sabrina, Michele Misseri, è stato condannato a 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e occultamento delle prove.
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