Winnie Madikizela è stata un personaggio politico rivoluzionario e anche molto discusso per alcuni eccessi, nonché ex moglie di Nelson Mandela.
Winnie Madikizela è stata l’ex moglie del Premio Nobel Nelson Mandela, figura rivoluzionaria ritenuta anche troppo eccessiva.
La donna è stata per bene 34 anni al fianco di Mandela, combattendo una lotta contro l’apartheid e ottenendo la reputazione di “madre del Sudafrica”.
Dei suoi anni insieme a Nelson Mandela, Winnie ha sempre dichiarato di aver vissuto una vita che per la maggior parte senza di lui, infatti di tutti gli anni di matrimonio Mandela ne ha vissuti ben 27 carcere.
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Nonostante la vicinanza al marito, le sue idee politiche erano molto diverse rispetto a quelle di Mandela.
Se quest’ultimo infatti voleva il perdono e cercare di dimenticare una grande ingiustizia dell’umanità che è stato l’apartheid e dedicarsi alla ricostruzione del Sudafrica, per la moglie invece la lotta sarebbe dovuta continuare in eterno.
Un senso di rivoluzione e idee molto diverse rispetto a Mandela la portano addirittura negli anni ad un grosso scivolone quando in un discorso a Munsieville il 13 aprile dell’86 supportò la pratica del necklacing, cioè il collare di fuoco, che consisteva nel bruciare le persone vive tenendole ferme da un copertone d’auto.
Durante quel discorso l’ex moglie di Mandela infatti disse “le nostre scatole di fiammiferi e le nostre collane libereranno questo paese”, discorso che fece scalpore.
Winnie Madikizela, gli anni più bui
Nel corso degli anni continua sempre a peggiorare la reputazione che di Winnie Madikizela e nell’86 una sua guardia del corpo, Jerry Musivuzi Richardson rapisce 4 giovani da una abitazione di un pastore metodista.
I ragazzi furono picchiati e obbligati ad ammettere di aver subito una violenza sessuale dal prete.
Uno di questi ragazzi James Seipei fu accusato di essere una spia e in seguito fu ritrovato morto nel gennaio dell’89 in una campagna.
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La Madikizela per tale motivo fu processata e condannata per rapimento e poi assolta nel ’91 da tutte le imputazioni.
Nel ’92 però viene accusata per aver ucciso un amico di famiglia Abu-Baker Asvat, medico che aveva visitato Seipei prima che questo morisse.
Winnie nel ’94 viene poi eletta deputata e viceministro delle Arti e della Cultura, ma viene poi espulsa dopo poco.
Fu rieletta nel ’99 e dopo 4 anni dovette dimettersi per delle pesanti accuse di frode.
Nel 2003 le furono assegnati 43 capi di imputazione per frode e ben 25 per furto per una tentata truffa ai danni di una banca e fu condannata a 5 anni di carcere.
Questa sera in onda su Canale 5 alle ore 21.21 il film Mandela, a long walk to freedom.