Heath Ledger poteva essere salvato? Il retroscena della sorella

Heath Ledger è ormai morto da anni. Ma poteva esser salvato? La richiesta si sua sorella Kate sarebbe potuta essere fondamentale.

Heath Ledger

Heath Ledger è scomparso da un po’ di anni. Una morte prematura quella dell’attore, che, nonostante il successo, viveva delle notti tormentate e non riusciva a dormire. Il ruolo del Joker nel film Il ‘Cavaliere Oscuro’ di Christopher Nolan l’ha reso senza alcun dubbio acclamato in tutto il mondo. Poco prima della sua morte l’australiano si era per di più trasferito in un appartamento a Manhattan dopo essersi separato dalla fidanzata, da cui ha avuto una figlia, Michelle Williams. Insomma, una vita difficile al di là del grande successo, che l’aveva portato a fare uso di ansiolitici,sonniferi e analgesici. Ed è proprio un mix letale di quest’ultimo ad averne causato la morte per arresto cardiaco.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE -> Morte Michel Piccoli: le mogli, i figli e i film del grande attore

Heath Ledger, ecco perché poteva esser esalvato

La notte prima della sua morte, avvenuta il 22 gennaio del 2008, sua sorella Kate lo aveva implorato e gli aveva chiesto di eliminare alcune dei farmaci che prendeva nell’ultimo periodo. Queste le parole che gli avrebbe detto: “Non puoi mischiare e prendere medicine di cui non sai niente“. A ricordarlo è stato suo padre Kim. Insomma, una richiesta che avrebbe potuto salvarlo. Ma l’attore era sicuro che sarebbe stato bene e che si sarebbe ripreso, ma invece il mattino seguente è stato trovato dalla sua governante privo di vita.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE -> Twilight in lutto: è mistero sulla morte di Gregory Tyree Boyce

Le preoccupazioni nell’ultimo periodo riguardavano anche i suoi amici, visto che nell’ultimo periodo il classe 1979 aveva sviluppato una certa tolleranza nei confronti delle medicine che assumeva con continuità e regolarità. Un suo amico e ogni tanto coinquilino, Gerry Grennell, ha rivelato un episodio a ‘People magazine’: “La notte lo sentivo vagare per l’appartamento e gli dicevo ‘Dai amico, vai a letto che domani devi lavorare‘ e lui mi rispondeva “Non riesco a dormire amico”. Insomma, un malessere che ha pagato con la vita.

Gestione cookie