Maria Sole Mansutti è un’attrice facente parte del cast di Summertime, telefilm apprezzato in Italia e non solo. Ecco cosa ha raccontato a noi di Youmovies.
Maria Sole Mansutti è una talentuosa attrice che nasce lavorativamente in teatro e a poco a poco si è fatta strada nel mondo cinematografico e televisivo prendendo parte a varie pellicole e fiction.
Ha lavorato in film come Scusa ma ti chiamo amore con la regia di Federico Moccia e ne Il ragazzo invisibile del regista Gabriele Salvatores.
Sul piccolo schermo l’abbiamo vista recitare in serie televisive come Don Matteo 6, R.I.S. 5 – Delitti imperfetti, Distretto di Polizia 10 e altro ancora.
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Recentemente è entrata a far parte del cast di Summertime, serie tv che ha letteralmente spopolato in Italia e nel resto del mondo.
Da poco abbiamo potuto vederti nel telefilm Summertime che ha recentemente riscosso un successo specialmente tra i giovani. Com’è stata questa esperienza lavorativa?
“Per noi è stata un’estate esagerata. Se il prodotto è venuto bene è perché tutti abbiamo potuto lavorare in armonia insieme e dare il meglio, dai costumi, al trucco, la scenografia, le luci ecc. Per noi è stata un’estate meravigliosa, faticosa certo, però bella.”
Ho letto che questa serie tv è stata accolta molto bene anche all’estero.
“Assolutamente, continua ad essere la prima qui in Italia e poi è uscita in 190 paesi e sta andando molto bene. Ho sempre gente che mi scrive dal Sud America, dalla Polonia, da ovunque ed è molto soddisfacente. Secondo me nonostante sia un prodotto di alto livello c’è grande semplicità, sia nella scrittura dei personaggi, sia come è presentata e quindi piace ad un pubblico abbastanza trasversale in realtà. È vero che parla di ragazzi giovani, ma è anche vero che piace agli adulti che si sono proprio affezionati a questo prodotto e si sono rivisti un po’ nell’adolescente che è in noi. Anche in questo momento di lockdown la serie entra nella vita degli spettatori veramente come un’ondata di positività e di freschezza.”
Tu nel telefilm interpreti la mamma di Ale il protagonista, insieme a Summer, di questa storia d’amore. Come ti prepari all’interpretazione di un ruolo?
“In questo caso ho giocato qualcosa che io avevo già e in genere faccio così quando affronto un ruolo, scavano in quello che è già in me. Diciamo che aggiungiamo i nostri tasti emotivi alle battute per costruire il personaggio e poi lo mettiamo in relazione. Io ad esempio una figlia di 20 anni e quindi devo dire che sapevo di cosa stavo parlando. Poi per me la cosa più importante è sempre avere delle buone battute scritte, come al teatro in cui reciti frasi di Shakespeare, di Cechov, sono abituata a dargli valore. Magari invece ti ritrovi a far le fiction e ti capitano battute scritte proprio male, che nessuno direbbe nella realtà, ripetitive. In questo telefilm siamo stati proprio fortunati.”
Com’era il clima sul set del telefilm?
“Era una banda di matti. Eravamo tutti bellissimi ed era una cosa non mi era mai successa prima su un set! Tutti, dal cast alla troupe, eravamo in maniche corte e in clima estivo. Poi avevo i camper sul lungomare, il che significa che io mi svegliavo la mattina nel mio alberghetto, prendevo la bicicletta e mi facevo tutto il percorso che costeggiava il mare per andare a girare. Noi ci svegliavamo e cominciavamo a girare col sole dell’alba e poi c’era anche l’energia dei ragazzi, insomma è stato proprio bello.”
Ci sarà una seconda stagione di Summertime?
“Non possiamo dirlo ancora, però diciamo che tutto si sta preparando per la possibilità che ci sia. Noi sicuramente siamo tutti pronti per ripartire.”
La storia di questa serie tv è stata paragonata ai racconti di Moccia. Tu in passato hai anche lavorato proprio in uno dei suoi film, Scusa ma ti chiamo amore.
“Io ho lavorato con Moccia quando avevo praticamente l’età dei ragazzi di Summertime, avevo circa 20 anni. In realtà non trovo che ci sia assolutamente un paragone con Moccia, c’è proprio un altro tipo di mood. In questa serie tv c’è una cura nella scrittura e in tutto quello che abbiamo girato e a mio avviso è qualitativamente superiore rispetto ad altro.”
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Cosa ti ha spinto a seguire questa carriera?
“Era l’unica chiara e luminosa che avevo davanti. Ho cominciato a fare teatro a 14 anni e non ho mai smesso di farlo. È stato dunque per me un incontro folgorante con questo mondo. Finite le superiori ho saputo che esistevano le scuole di teatro e quindi poi mi sono buttata in questa strada. E ho continuato nonostante la sceneggiatura della mia vita (la nascita della figlia a 20 anni) mi abbia sempre annaffiata a livello emotivo e tenuta un po’ legata a livello lavorativo.”
Dunque la nascita di tua figlia ti aveva un po’ fermata lavorativamente?
“Sì perché sono sempre potuta stare solo su Roma. Tendenzialmente la prima cosa per me era crescere il mio cucciolo, mentre adesso è diverso e posso cominciare ad allontanarmi più tranquillamente.”
Hai lavorato anche in diversi film. Qual è stata l’esperienza più difficoltosa e perché?
“ La cosa che mi mette più alla prova è interpretare parti borderline, i matti, gli omosessuali ecc. Quando i ruoli hanno più facce è più difficile, ma anche più bello perché devi lavorare con una cura più astuta. Anche se in realtà ti dico che i personaggi più difficili sono quelli scritti peggio, dove ci sono battute scritte male e storie poco credibili. In quel caso è complicato poterci lavorare, anche se sei un bravo attore, ed è un po’ frustrante.”
Tu hai anche accettato dei ruoli di cui non eri nemmeno troppo soddisfatta?
“Sì assolutamente.”
Quindi in questo lavoro si scende anche a compromessi?
“Eh sì certamente. Netflix dà invece la possibilità anche agli attori di teatro, che magari non hanno lavorato molto sugli schermi, di esprimersi finalmente. Ti valutano soltanto per quanto sei bravo.”
Ti abbiamo visto anche in varie fiction televisive. C’è una differenza sostanziale tra un set cinematografico e uno televisivo?
“Cambiano specialmente i ritmi tra cinema e tv, nel primo caso hai più tempo per provare ed è tutto più dilatato. Nella televisione è tutto molto più veloce, devi dare subito un risultato e girare molte più scene.”
Cosa ne pensi tu del ritorno al lavoro nel mondo dello spettacolo e del cinema dopo questa pandemia? C’è chi si è lamentato sull’impossibilità di un ritorno alla normalità.
“Io sono ottimista e fiduciosa di default e quindi non penso ad una impossibilità. Penso che non possiamo inventarci delle idee che stravolgano il senso del teatro o quello del girare un film. Bisogna sostenere nel frattempo gli artisti almeno fino al momento in cui sarà possibile davvero ritornare a lavorare. Adesso per noi attori arriva il momento più difficile perché se per caso prendiamo la malattia blocchiamo tutto. Ciò significherà probabilmente che da quando incominceremo a lavorare non potremo più vedere nessuno, tornando dunque ad una Fase 1. Ah che fatica essere artisti in Italia!”
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