L’attrice Federica De Cola ci racconta ricordi ed esperienze lavorative, come quella sul set di Pane e libertà, fiction in onda oggi su Rai 1 alle 21.25.
Federica De Cola è un’attrice camaleontica che si esprime egregiamente in teatro come dietro una macchina da presa.
Ha cominciato la sua carriera molto da giovane nel 1999 iniziando in ambito teatrale e arrivando sul grande schermo nel 2006 con Nuovomondo, una produzione internazionale importante.
Sono moltissime le fiction a cui l’attrice partecipa tra cui L’ultimo dei Corleonesi, La vita rubata, Sissi, Atelier Fontana – Le sorelle della moda, Braccialetti Rossi, Pane e libertà e molto altro ancora.
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Nel 2014 ritorna al cinema nella pellicola di Mario Mortone, Il giovane favoloso, recitando accanto ad Elio Germano.
Il mondo del cinema la vede anche partecipe in Scusate se esisto! e Il padre d’Italia.
In autunno la rivedremo nella fiction Rai Vite a in fuga di Luca Ribuoli, insieme ad Anna Valle.
Federica De Cola, l’intervista all’attrice
Federica De Cola, una vita dedicata al teatro, al cinema e alla televisione, costellata da una serie di esperienze molto importanti. Da dove nasce il tuo amore per la recitazione?
“Si può dire che nasce con me. Da bambina piccolissima, all’asilo, avevo espresso questo desiderio di recitare, di fare le recite di Natale. Non ho mai pensato ad un’altra possibilità da grande se non di fare l’attrice e poi a 13 anni ho iniziato a fare spettacoli. Successivamente ho continuato e adesso è il mio lavoro, ed è un grande privilegio fare il mestiere che ho sempre sognato.”
Tra le varie esperienze lavorative c’è anche la miniserie televisiva Pane e libertà del 2008, che ha come protagonista Pierfrancesco Favino. Che ricordo hai di questa esperienza?
“È stata un’esperienza che mi ha messo un’ansia da prestazione enorme, perché ero una delle protagoniste femminili insieme ad un grandissimo attore, Pierfrancesco Favino. Sentivo dunque un po’ la pressione di dover recitare accanto a lui, anche se poi è subito passata o perlomeno si è stemperata grazie alla generosità di Favino e della grande persona che è. Mi ha subito messa a mio agio, mi dava consigli, si era creato un bellissimo clima anche a livello umano. Si è girato gran parte a Sofia, in Bulgaria, ed eravamo nello stesso albergo e si è creato un clima di gruppo, ed è stato un modo per conoscersi. Inoltre avevo già girato con il regista Negrin, lavorando in L’ultimo dei Corleonesi ed è stato un bello ritrovarlo, conoscendo il suo modo di lavorare, e si è creata un’ottima sintonia.”
Nel cinema hai esordito con Nuovomondo di Emanuele Crialese nel 2005, film che ha avuto anche riconoscimenti molto importanti vincendo un Leone D’Argento. Com’è stata la tua prima volta in un set cinematografico? Ti tremavano le gambe?
“Sì, anche perché quello era un mega set internazionale, con attori come Charlotte Gainsbourg e si parlavano anche 3-4 lingue, italiano, francese inglese e spagnolo. Si respirava dunque un clima di un film importante, anche se forse non ce ne rendevamo conto nemmeno di quanto lo fosse davvero. Crialese aveva delle sue idee ben in mente, anche se non le rendeva chiare a noi, perché probabilmente era tutto un suo piano. Ha fatto quindi un lavoro quasi stanislavskiano, usando il suo modo di rapportarsi ad ognuno di noi proprio per quello che voleva che poi rendessimo nella pellicola.”
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Hai anche lavorato ad un film importante come Il Giovane Favoloso, con uno straordinario Elio Germano nei panni di Giacomo Leopardi. Quanto ci si emoziona a far parte di produzioni del genere?
“Eh sì, stai toccando le cose più importanti e più emozionanti, perché è un po’ come ti dicevo all’inizio con Favino, anche in questo caso ho dovuto lavorare con un grande come Elio Germano. Qui però c’era una mia consapevolezza e un’esperienza diversa, perché erano passati un po’ di anni.”
Ci si abitua mai?
“Ma diciamo che siamo colleghi, ovviamente con tutta l’ammirazione di questi grandissimi attori. Quello che è importante è che si lavori bene insieme, perché siamo tutti parte di un unico progetto e questo è quello che va fatto, però l’emozione resta. Poi per me questo lavoro è proprio vita e adesso in questo momento penso che mi manca davvero tanto, perché non so quando sarà possibile riprenderlo. È un po’ togliermi una parte davvero importante della mia vita. Per il nostro lavoro è complicato riprendere perché siamo tante persone tutte in una stanza e se dobbiamo parlare non possiamo stare a distanza o se si deve fare una scena che prevede un bacio o un abbraccio, figuriamoci.”
Tu sei anche molto coinvolta in lavori teatrali. Qual è il lato più bello e quello più difficile del lavorare in teatro?
“Forse il lato più bello e quello più difficile sono gli stessi. Essere lì col pubblico e non poter ripetere un ciak, ma vivere il momento ed essere ripagati subito con lo scambio di emozioni. In teatro è tutto più vivo.”
Quanto della tua sicilianità porti con te sul set?
“Tanto, anche quando non è richiesto. Sono convinta che il sangue siciliano e gli elementi di terra, di fuoco, di Etna, comunque fanno veramente parte di me e quindi si portano dietro comunque.”
C’è un ruolo in particolare che ti piacerebbe interpretare?
“Sicuramente qualcosa che possa essere una nuova sfida, un ruolo che possa sorprendermi.”
Attualmente hai dei progetti lavorativi in corso?
“No. Ho fatto dei provini ma al momento è tutto sfumato. C’è però una cosa pronta che penso uscirà in autunno e che si chiama Vite a in fuga, una fiction Rai di Luca Ribuoli con Anna Valle, Claudio Gioè ed altri. Io interpreto un personaggio molto interessante, ambiguo, che mi ha sorpreso anche molto e che può spiazzare lo spettatore. Si tratta di un giallo, ma non svelo altro.”
Moltissime sono state anche le partecipazioni a serie televisive tra cui Don Matteo 7, Sissi, Atelier Fontana – Le sorelle della moda, Braccialetti Rossi, Il commissario Montalbano, E’ arrivata la felicità e molte altre. Quale ti ha lasciato un ricordo più intenso e perché?
“Forse il ricordo più intenso l’ha lasciato Atelier Fontana perché ho lavorato con un regista, Riccardo Milani, che è un amico e una persona che sento tanto vicina. E’ stata forse la prima occasione importante dove ricoprivo un ruolo da protagonista e dove si è creata una sintonia bellissima con Anna Valle e Alessandra Mastronardi. Poi ho anche avuto il riconoscimento del premio L.A.R.A. come Migliore attrice del Roma Fiction Fest.”