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Cinema

Giovanna Rei, ESCLUSIVA “La vita è una sorpresa”

Giovanna Rei, attrice di successo e artista a 360°, ha saputo cimentarsi in ruoli e ambiti molto diversi, dividendosi tra teatro, cinema e televisione.

Giovanna Rei ph. Karen Di Paola

Giovanna Rei è un’attrice italiana delicata, professionale e dotata di grande talento.

Molti sono stati i ruoli che ha intrapreso nell’arco della sua ricca carriera, con partecipazioni straordinarie che l’hanno portata al successo come la serie tv Elisa di Rivombrosa.

Ha lavorato con Vanzina nella serie Anni ’50 e in diverse fiction importanti come La squadra, Grandi domani, Don Matteo.

La Rei ha avuto anche un ruolo nella sitcom italiana Camera Café che aveva come protagonisti il duo comico Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu.

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L’attrice ha anche avuto modo di lavorare in televisione in qualità di co-conduttrice al fianco di Maurizio Costanzo.

Di recente ha girato un mediometraggio dal titolo Nina e il cielo e un film intitolato Lui è mio padre.

Giovanna Rei, l’intervista all’attrice

Giovanna Rei ph. Karen Di Paola

Da quello che ho letto riguardo la tua carriera ho notato che sei un’artista poliedrica. Hai lavorato nel cinema, nel teatro, nelle fiction e anche in televisione. Quale di questi ruoli è più complicato e quale meno e in quale ti trovi più a tuo agio?

“Sicuramente il teatro è quello più complicato. E’ vero che si ha la possibilità di fare molte prove, di confrontarsi di più col regista, di studiare molto bene la parte da recitare a differenza del cinema o delle fiction, e hai comunque delle linee ben precise da seguire, però a teatro ti devi buttare. Quando sei sul palco poi vale sempre la regola del “buona la prima”, per cui sicuramente questo rende tutto senza ombra di dubbio più difficile. Non c’è comunque un ruolo in cui mi trovo più a mio agio, più che altro quello che importa è il tipo di personaggio da interpretare, poiché se ti imbatti in un carattere che non è ben delineato o non è nelle tue corde allora quello diventa davvero difficoltoso.”

Parlami delle tue esperienze nel cinema, quali ti hanno colpito maggiormente?

“Ho avuto un esordio molto bello perché ho iniziato con Marco Risi e un cast cast pazzesco tra cui c’erano Giallini, Beppe Fiorello e la Bellucci. È  stato veramente un inizio di carriera importante. E poi sicuramente un’esperienza bella è stata anche approcciarsi al burlesque.”

Di recente sei stata protagonista del mediometraggio Nina e il cielo e hai finito da poco di girare il film Lui è mio padre. Parlami di entrambe le esperienze.

“Per quanto riguarda il mediometraggio di Nina e il cielo, lavorare con i ragazzi delle Belle Arti è stata un’esperienza per me nuova. Ho sempre lavorato con professionisti del settore e questi ragazzi dell’Accademia sono neofiti, però hanno dietro uno studio bello corposo che riguarda il mondo del cinema per cui mi sono stupita, meravigliata e trovata veramente bene. La regista di appena 23 anni è straordinaria, brava, mi ha dato delle indicazioni molto interessanti. Poi si è trattato di una squadra sicuramente energica, perché si sa i più giovani che si approcciano al lavoro hanno un entusiasmo diverso. Lui è mio padre invece è stata un’esperienza quasi come una rimpatriata. Un giorno mi ha chiamata Gianni Parisi, con cui ho lavorato e che insieme a Giacomo Rizzo conosco da vari anni. Gianni mi ha detto che stava per fare questo film del quale si era innamorato e stava cercando la donna che avrebbe dovuto interpretare la moglie. Mi ha subito spiegato che non si trattava di un ruolo particolarmente positivo, che sono generalmente quelli che piace scegliere a me. Questa era invece una sorta di antagonista, l’alter ego del protagonista. Il personaggio di Gianni è un signore molto umile di un paesino, un sognatore e amante dell’ecologia, uno di quelli che di nascosto va in spiaggia e raccoglie la plastica o va in giro con una borsa nella quale porta il suo bicchiere di vetro da usare anche quando va a mangiare fuori. La moglie invece, che sarei io, non è d’accordo con lo stile di vita del marito e anzi lo trova quasi ridicolo. E’ stato divertente interpretare un ruolo del genere.”

Tra le varie esperienze lavorative mi incuriosisce particolarmente la tua partecipazione a Camera Cafè. Com’è stato lavorare ad un format del genere?

“Il nostro lavoro pieno di sorprese, la vita è piena di sorprese. Mi ricordo che io mi stavo godendo il successo di Elisa di Rivombrosa, che è diventato un vero e proprio fenomeno di costume e la gente impazziva e mi fermava per strada. In quel periodo ero fidanzata con un ragazzo francese, per cui andavo spesso in Francia ed ero rimasta colpita da Camera Café, che è un format francese. Un giorno il regista di Camera Café, Christophe Sanchez mi chiamò e mi disse che stavano per andare in Francia a girare la puntata pilota della versione italiana e mi ha chiesto se volessi fanne parte e ho detto subito di si. Tra l’altro ho anche avuto modo di conoscere i protagonisti del format francese che sarebbero una specie di Luca e Paolo, ed è stata una bella esperienza e mi hanno detto che si sono ispirati molto ai varietà italiani. La puntata alla fine andò bene e poi il resto della serie si girò a Milano.”

E cosa invece ti ha spinto a collaborare nel programma Sottovoce di Marzullo? Che ruolo avevi?

“In realtà questa è una cosa che non ho mai capito, perché io ci sono andata varie volte come ospite da Marzullo, però non ho mai collaborato e non so chi l’abbia scritto. Ho anche provato a modificare questa voce su Wikipedia.”

Per la televisione hai anche lavorato accanto a Maurizio Costanzo, nel ruolo di co-conduttrice. Com’è stato lavorare con lui?

“Io più volte in passato sono stata ospite del Costanzo Show e quindi ho avuto modo di conoscere lui e tutta la sua squadra che sono diventati un po’ una famiglia per me. A un certo punto Costanzo doveva fare questo programma e dopo una selezione hanno chiamato me. Mi sono trovata in una situazione familiare, ma accanto ad un mostro sacro e chiaramente mi sono messa da parte e quindi gli facevo proprio da spalla in modo discreto. Mi sono molto divertita perché veramente sembrava di essere nel salotto di casa a fare due chiacchiere. È stata un’esperienza bellissima e poi io amo tutto ciò che è storia.  Il programma, che si chiamava Memory, puntava proprio su questo e si andava a fare un excursus storico sulla nascita della televisione, per cui c’erano tutti ospiti d’eccezione tipo Albertazzi o Loretta Goggi. Per me praticamente più che un lavoro è stato un regalo.”

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Poi ci sono moltissime serie televisive note a cui hai preso parte, tra cui Elisa di Rivombrosa, La squadra, Sei forte maestro, Distretto di Polizia 9, Don Matteo 10 ecc. Quale tra queste esperienze ti ha lasciato un ricordo indelebile e perché?

“Sicuramente la mia prima fiction, che è stata Anni ’50, per un sacco di motivi. In primis perché ho incontrato i fratelli Vanzina, Carlo ed Enrico, che sono veramente due signori del cinema. È stata un’esperienza bellissima da co-protagonista e poi Capri è un luogo per me importante per la mia storia personale, perché sono cresciuta là.”

Adesso se possibile mi sposterei più sul privato se per te va bene. Ho letto che hai dovuto far fronte ad alcuni problemi di salute, scongiurati grazie alla prevenzione. Mi vuoi dire qualcosa su questo?

“Nei pro della nostra epoca contemporanea c’è il fatto che la medicina e la diagnostica hanno fatto dei passi da gigante negli ultimi anni. E voglio lanciare il messaggio che ad ogni piccolo sintomo, bisogna approfondire. Ho conosciuto gente che per paura o per pigrizia non lo ha fatto e invece è importante e può cambiarti la vita.”

Non allontanandoci dall’ambito medico, affrontiamo invece il tema del Coronavirus. Come stai vivendo tu questi giorni di crisi mondiale?

“Io sto vivendo cercando un approccio positivo, pensando che presto tutto passerà. Adesso l’importante, e l’unica cosa di veramente utile che possiamo fare, è restare a casa.”

La mia ultima domanda riguarda la sfera sentimentale. C’è un affetto importante nella tua vita attualmente?

“E’ una situazione particolare, diciamo che sono in fase di conoscenza di una persona. In questo momento sembra quasi far ridere, però è così. Magari questo Coronavirus ci darà la possibilità di dare un maggiore valore anche alla sfera sentimentale. Forse si avrà la possibilità di conoscersi in maniera più approfondita e senza quella frenesia a cui siamo sempre stati abituati.”

Pubblicato da
Susanna Mele

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