Ludovico Fremont è un brillante attore italiano, impegnato a 360° a destreggiarsi sapientemente in campo attoriale, cinematografico, televisivo e sportivo.
Ludovico Fremont è un attore italiano che ha preso parte a numerose esperienze lavorative in teatro, in televisione e nel cinema.
Esordisce in TV con la serie Lui e Lei del 1999, con Vittoria Belvedere ed Enrico Mutti, ma è con I Cesaroni che Fremont raggiunge presto un grande successo, facendosi conoscere e apprezzare dal pubblico italiano.
Successivamente ha preso parte anche nel cast di film come Scrivilo sui muri, insieme a Primo Reggiani e Cristiana Capotondi, Natale a Rio con Cristian De Sica o Presto farà giorno insieme a Chiara Caselli, Valerio Morigi.
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Tra le altre serie tv più importanti a cui ha partecipato c’è anche Che dio ci aiuti, con la straordinaria protagonista Elena Sofia Ricci.
In televisione ha anche preso parte nel 2007 all’edizione di Notti sul ghiaccio, un programma di Milly Carlucci, vincendone la gara.
Attualmente invece lo possiamo rivedere su La5 nel programma Gym Me 5, dove una personal trainer spiega al pubblico come mantenersi in forma e allenarsi correttamente anche da casa.
Ludovico Fremont, l’intervista all’attore
Ludovico Fremont, una carriera molto intensa e varia la tua. Hai fatto molte esperienze lavorando in teatro, per il cinema e per la tv, ma soprattutto quest’ultima ti ha dato la notorietà grazie al telefilm I Cesaroni. Parlami di questa esperienza così importante.
“Ultimamente sto ricevendo migliaia di messaggi di fan dei Cesaroni e ciò testimonia il fatto che questa serie è rimasta nel cuore. In un periodo come questo dove la felicità è costretta da una situazione grave, credo sia una delle poche serie tv veramente a riuscire a strappare un sorriso e a far passare del tempo in maniera gioviale alle persone. Non mi aspettavo che mi arrivassero tutti questi messaggi di considerazione e di gioia dopo tanto tempo. A distanza di anni nonostante ognuno di noi abbia intrapreso altre carriere, il telefilm è rimasto talmente tanto nel cuore delle persone che mi fa davvero tanto piacere, specialmente in un periodo del genere. Si tratta di un’esperienza che mi ha reso felice e mi ha dato tantissime soddisfazioni, dandomi la possibilità di farmi conoscere al grande pubblico.”
Altra domanda legata alla tua partecipazione alla serie televisiva i Cesaroni. Per anni hai interpretato il ruolo di Walter Masetti. Hai mai avuto paura di rimanere incastrato per sempre in questo personaggio?
“A distanza di anni ormai questa domanda non me la faccio nemmeno più, anche perché ho avuto modo di fare altre cose. Ritengo sia comunque sbagliato dire “rimanere incastrato”, ed è già un errore che molte persone commettono. Bisogna invece pensare più che altro che si rimane nel cuore delle persone con un personaggio. Forse può capitare che certi addetti ai lavori tendano a sminuire il lavoro di un attore e lo rendono misero e relegato in un certo senso ad un solo ruolo. Si devono prendere in considerazione due aspetti diversi: ci sono persone che in maniera limitata vincolano mentalmente un attore ad un personaggio e chi invece tende a vederlo rinforzato da quel ruolo che gli ha permesso di toccare da vicino il cuore del pubblico. Questo atteggiamento è tipico delle persone che vogliono per forza creare un caso e fomentare in maniera negativa un argomento.”
Hai lavorato insieme a molti attori importanti come Cristiana Capotondi, Christian De Sica, Elena Sofia Ricci, Vittoria Belvedere e molti altri. Con chi hai stretto un legame particolare?
“Io ho sempre mantenuto ottimi rapporti con tutti perchè sono una persona socievole, molto amicona. Quando si lavora insieme per tanto tempo poi ad un certo punto, nel momento in cui termina un percorso, le strade man mano si dividono e si tende ad allontanarsi ma rimane comunque il rapporto e la stima reciproca. Tra le persone con cui sono riuscito a mantenere un rapporto di amicizia e familiarità nonostante le lontananze ci sono Elena Sofia Ricci, Christian De Sica, Max Tortora, Matteo Branciamore. Io poi sono una persona estremamente corretta e tendo a scontrarmi con chi ha un atteggiamento di non stima. Io tendenzialmente sono uno sportivo e come tale a me piace la competizione, però quella sana. Quando le persone tendono a fare dei giochetti in maniera subdola o melliflua, io mi ci scontro perché non fa parte del mio percorso mentale questo genere di atteggiamenti. Di base sono una persona dai principi sani, quindi quelli non sani tendono a infastidirmi. Non mi piacciono le persone che provano ad infastidire o a complicare la vita degli altri e questa è una cosa che io affronto senza tirarmi indietro.”
A proposito del fatto che sei uno sportivo, nel 2007 hai partecipato e vinto il programma televisivo Notti sul ghiaccio. Cosa ti ha spinto a vivere questa esperienza?
“Ci sono stati dei programmi in cui mi hanno chiamato a partecipare proprio perché di base sono una persona sportiva. Ho sempre accettato queste opportunità perché le trovo comunque oltre che stimolanti, anche divertenti.”
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E invece parlami dell’attuale partecipazione al programma Gym Me 5 che va in onda su La5.
“È un programma che tengo molto a pubblicizzare. Quando è esplosa questa pandemia di Coronavirus io ho cominciato a pensare alle persone, a come avrebbero vissuto questo momento. Mi sono detto che per fortuna abbiamo i social, che in questo momento che sono quasi una fortuna, anche se io normalmente tendo sempre a sfruttarli principalmente per dire alle persone che la vita vera è fuori. In questi giorni ho pensato che potesse essere interessante e utile creare un appuntamento per tenersi allenati, perché reputo che l’attività fisica crei un equilibrio mentale. Io avevo dunque già cominciato facendo delle dirette su Instagram con Marta Ricci, la personal trainer di Gym me 5, dando consigli alle persone su come potersi tenere allenati quotidianamente, anche cinque minuti al giorno e a casa. Tutto questo lo abbiamo fatto prima e in attesa che uscisse poi la trasmissione, in cui viene ripresa proprio questa idea dell’importanza dell’allenamento fisico.
Come stai affrontando questo momento di quarantena imposta dall’attuale crisi data dal Coronavirus?
“Noi attori siamo abituati a passare da momenti lavorativi molto fervidi a quelli di stasi e quindi viviamo sempre una situazione borderline. Come mantengo un equilibrio mentale? Trovandomi delle cose da fare. Io di base sono una persona molto curiosa e a me la curiosità generalmente ha sempre salvato nella vita, perché mi dà la possibilità di fare delle cose nuove. Ho diversi hobbies e in questi giorni li sto facendo tutti. Esco, vado a fare la spesa, sistemo, faccio cose casalinghe tipo comprare della verdura e sistemarla, pulirla e cucinarla. Mi prendo cura della casa, aggiorno il computer, curo le piante, leggo le novità e seguo programmi di cultura. Ogni giorno bisogna approfittare, in senso bonario, della situazione per poterne uscire accresciuto.”
Come spieghi a tua figlia la situazione che stiamo vivendo?
“Io sono uno di quei poveri padri che a causa di questa situazione non vede la propria figlia già da un po’, perché è stato deciso che la bambina dovesse stare in un’abitazione e quindi in questo momento si trova con la madre. So di non essere il solo a vivere questa situazione spiacevole da separato. Io faccio le videochiamate con la mia bambina tutti i giorni e mi faccio dire come sta. La situazione la spiego semplicemente parlando con la verità della malattia. Non bisogna raccontare ai bambini delle frottole, perché si tende a pensa che non possano comprendere, invece è una grandissima idiozia. Bisogna cercare di raccontare una verità comprensibile alle delle persone della loro età e non dire cavolate, perché non sono mai servite a nulla. Io non sono nemmeno uno di quelli che parla dell’uomo nero o del lupo cattivo, non mi sono mai sognato di dire una roba del genere. Raccontare cose che non sono verità, significa creare della confusione nella loro testa e invece occorre dare meno paure ai propri figli e più armi, in senso bonario, per poter affrontare le situazioni.”
Com’è la vita di padre? Senti che questa esperienza ti ha cambiato in qualche modo?
“E’ inevitabile sentire un cambiamento, perché c’è un prolungamento di te stesso che richiede più attenzioni e più importanza. Non si è più effettivamente soli, ma c’è qualcosa di concreto e che richiede più cure rispetto a te stesso.”
Nel 2015 invece hai realizzato il tuo primo lungometraggio in qualità di regista del film The Answer, la risposta sei tu. Com’è stare dietro l’obiettivo? Come ti sei trovato alla regia?
“È stata un’esperienza meravigliosa, che mi piace che sia accaduta perché mi ha dato modo di comprendere tante cose del mio mestiere e soprattutto degli addetti al lavori e quindi mi sono fatto una mia idea su tante cose. Ovviamente stare dietro la macchina da presa ti fa vedere le cose da un altro punto di vista. Sicuramente mi piacerebbe rifarlo.”
In quale ruolo ti senti più a tuo agio tra essere attore teatrale o cinematografico/televisivo?
“In realtà in entrambi e nessuno. Ti potrei dire più che altro dire quali sono i ruoli che mi piacerebbe interpretare. Ad esempio essendo uno sportivo mi piacerebbe poter interpretare questo ruolo anche in un film, oppure lavorare ad una pellicola in costume.”
Che progetti lavorativi avevi in ballo prima dello stop del Coronavirus?
“Io avrei dovuto fare parte di uno spettacolo teatrale con degli amici dal titolo Tre attori in affitto, una commedia che ha riscosso molto successo e che è divertentissima. Purtroppo è stato tutto bloccato per il momento a causa del covid-19.”