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Cinema

Pionieri a Ingolstadt: recensione del film dimenticato di Fassbinder

Pionieri a Ingolstadt è un film da riscoprire del maestro Fassbinder che ci mostra i rapporti amorosi di alcune donne alle prese con un gruppo di soldati.

Pionieri a Ingolstadt

Pionieri a Ingolstadt (Pioniere in Ingolstadt, 1970), misconosciuto film per la televisione diretto dal geniale regista tedesco Rainer Werner Fassbinder tratto dall’omonima pièce teatrale di Marieluise Fleißer, narra le non molto prodi gesta di un manipolo di soldati del genio militare, i pionieri del titolo, i quali hanno “occupato” la piccola cittadina di Ingolstadt con l’intento di costruire un ponte su un fiume.

Le donne del paese, catturate dal fascino magnetico della divisa, instaurano una serie di relazioni più o meno frivole con i giovani militari.

Tra queste c’è Alma (Irm Hermann), che, pur di sentirsi appagata come donna, decide di iniziare a prostituirsi e a passare di soldato in soldato, consumando fugaci rapporti sessuali nei prati del parco cittadino, la notte.

La sua migliore amica è Hanna (Hanna Schygulla), la quale, invece è alla ricerca del vero amore e crede di trovarlo in un pioniere di nome Karl (Harry Baer).

Recensione “Pionieri a Ingolstadt”: un tassello nei ritratti femminili di Fassbinder

Pionieri a Ingolstadt

Le donne. Non si può vivere con loro e non si può nemmeno farne a meno. Forse è proprio quello che pensa il soldato Karl, che si butta fra le braccia di Hanna, così per gioco, senza provare un sentimento autentico verso di lei.

Non è così per Hanna, che crede nel grande amore e sta cercando l’uomo della sua vita. Le due posizioni sono antitetiche e incolmabili.

Il personaggio di Hanna (interpretato da Hanna Schygulla, musa di Fassbinder che compare in diverse sue opere) è una donna tenace e forte ma perennemente insoddisfatta.

Fassbinder delinea magistralmente un ritratto collettivo di donne tormentate e sofferenti che si muovono in uno spaccato provinciale dominato dalla noia e dalla disillusione.

I primi piani intensi di Hanna e Alma bucano lo schermo e colpiscono nel profondo.

La sconfinata filmografia del regista tedesco non manca certo di capolavori incentrati su figure femminili, se si pensa a titoli come Martha (1974), Il matrimonio di Maria Braun (1979), Lola (1981) Lili Marleen (1981) o Veronika Voss (1982).

Fassbinder è sempre in grado di mettere mirabilmente a fuoco un universo, quello femminile, in maniera sincera ed appassionata.

Pionieri a Ingolstadt, in tal senso, rappresenta l’ennesima riprova di questo fatto. Ingiustamente dimenticato, è un’opera importante da riscoprire per approfondire la conoscenza del regista tedesco.

Pubblicato da
Nicolò Barison

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