Aurelia Sordi sorella Alberto Sordi, fu veramente raggirata per l’eredità?

La questione dell’eredità di Alberto Sordi e del testamento di Aurelia Sordi è arrivata in tribunale, ecco cosa ha stabilito il giudice.

Alberto Sordi
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L’autista, il notaio, gli avvocati e la servitù erano stati accusati per il raggiro da 2,3 milioni di euro ai danni di Aurelia Sordi, sorella di Alberto Sordi, morta nella notte tra l’11 e il 12 ottobre del 2014. La sentenza del giudice Maria Elena Mastrojanni della settima sezione penale ha però assolto tutti con formula piena: “Il fatto non sussiste”.

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La vicenda era relativa ad alcuna manovre che secondo l’accusa, sarebbero state poste in essere alle spalle di Aurelia: circonvenzione di incapace dunque nei confronti di una persona della quale “era noto lo stato di infermità e deficienza psichica” secondo il pm Eugenio Albamonte. L’accusa, che poi si è rivelata infondata, sarebbe stata quella di aver indotto la donna a stipulare una serie di atti di donazione per un totale di 2,3 milioni di euro in favore di sei domestici, oltre a farle firmare una procura generale ad operare sui conti correnti all’autista di fiducia (si trattava di gestire un patrimonio di oltre 30 milioni di euro, tra titoli e contanti).

Aurelia Sordi: cosa dicono gli avvocati

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L’avvocato Nicoletta Piergentili, che assiste la fondazione, ha fatto sapere: “Sfidiamo chiunque a sostenere che il testamento non fosse valido. La sentenza ne attesta la piena validità del testamento in favore della fondazione Museo Alberto Sordi”.

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Dal canto suo, l’avvocatessa Andrea Maria Azzaro, difensore dei parenti di Sordi, ha fatto sapere: “Accettiamo e rispettiamo la sentenza, un conto però sono le donazioni ai domestici, un conto è l’impugnativa del testamento. La partita al tribunale civile è ancora da giocare”.

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