In questi giorni così difficili, va ricordato come le persone affette da tumore siano a rischio. Ed ecco che torna in mente la storia di Nadia Toffa.
Un momento difficile e complicato, che a molti può quasi far sembrare di vivere in un film. L’emergenza sanitaria per il Coronavirus ha cambiato senza alcun dubbio gli abitudini di vita di tutti gli italiani. Ma c’è chi, con certe attenzioni e certe restrizioni, ci convive da tanto tempo. Il riferimento a quelle persone che ora vengono considerate più a rischio, tra cui quelle che stanno lottando con un tumore. Ed ecco che il pensiero non può non andare a chi ha combattuto fino alla fine, con le unghie e con i denti, contro questa malattia. Il richiamo ovviamente è a Nadia Toffa.
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Nadia Toffa, il suo ‘Fiorire d’inverno’ sempre più attuale
Giornalista che ha fatto delle inchieste coraggiose il suo marchio di fabbrica, l’ex Iena ha deciso di raccontare la sua malattia, facendolo come se fosse davvero un’occasione di rinascita e di speranza. Questo è il senso dei suoi libri ‘Fiorire d’inverno’ e ‘Non fate i bravi’. Quest’ultimo è una sorta di suo diario degli ultimi giorni, pubblicato infatti postumo su richiesta di mamma Margherita. Il suo obiettivo era quello di far riflettere, di colpire le coscienza e di diventare una sorta di esempio e di modello. Il suo parlarne in pubblico, senza alcuna remora o finto moralismo, era un modo per esortare chiunque si trovi ad affrontare un malattia, o comunque qualsiasi avversità, a lottare con grinta e coraggio. Insomma, il suo invito è sempre stato quello di non mollare mai e di non arrendersi.
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Leggere tutto questo in una situazione così difficile, dove a dominare è la paura per il Coronavirus, può esser un motivo per ritrovare un po’ di forza e un pizzico di positività. Tra l’altro, proprio nei suoi libri, Nadia ha dedicato degli stralci proprio alla paura: “Il vero viaggio è quello dell’anima, il resto è di passaggio, ha una data di scadenza. Arrabbiati, fai paura alla paura. Accecala. Affrontala“. Parole che, scritte oggi, possono creare probabilmente quel pizzico di responsabilità in più e far capire che, certe situazioni per molti, rappresentano un’inevitabile e costante realtà quotidiana.