Il Canaro della Magliana è Pietro De Negri, un criminale noto per un feroce omicidio commesso negli anni ’80 nel suo negozio di toelettature per cani.
Pietro De Negri è conosciuto da tutti come il Canaro della Magliana, ed è un criminale italiano reso noto per l’omicidio brutale messo in atto nei confronti dell’ex pugile Giancarlo Ricci.
L’uomo deve il soprannome alla sua attività da toelettatore di cani che svolge a Roma nella zona della Magliana Nuova.
Classe 1956, De Negri è un pregiudicato e cocainomane che fu arrestato in precedenza per una rapina che aveva messo in atto con il complice Ricci.
Dei due però finì in galera soltanto De Negri, mentre il suo complice libero da ogni accusa potè dilapidare tutto il bottino rapinato.
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Pietro De Negri veniva spesso anche minacciato e percosso da Ricci, che lo teneva in pugno fornendogli la droga.
Stanco delle continue angherie subite il 18 febbraio 1988 De Negri mise in atto un piano che portò al brutale assassinio di Ricci.
Per riuscire nell’intento invitò l’uomo nel suo negozio per proporgli di rapinare uno spacciatore di cocaina.
A quel punto l’uomo chiese a Ricci di entrare in una gabbia per cani, com’era previsto nel piano concordato.
Una volta in gabbia poi alzò il volume dello stereo al massimo per non far sentire le urla di Ricci e iniziò, secondo le sue ricostruzioni dell’accaduto, a torturare l’uomo anche mutilandolo e seviziando fino alla sua morte.
Secondo l’autopsia fatta poi sul cadavere, molte delle descrizioni fornite da De Negri sono state inventate e pare che l’uomo morì in seguito a dei colpi inferti al cranio.
Il Canaro della Magliana, differenze tra il reale e il film
Nel 2018 Matteo Garrone ha realizzato il film Dogman, ispirato per grandi linee agli eventi realmente accaduti e commessi da Pietro De Negri.
Tra le differenze Matteo Garrone ha voluto evitare la componente morbosa che in realtà De Negri ha mostrato specialmente nella sua descrizione dell’omicidio durante l’interrogatorio.
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Quello che Garrone fa in particolare è evitare di indulgere troppo nelle scene di tortura e mostra invece la lotta fra un uomo normale che in un momento di follia perde la testa.
Il regista dunque ha voluto distanziarsi dal fatto di cronaca, ispirandosi molto liberamente al fatto di cronaca per luoghi, psicologie e personaggi.