Nel 2003 Michael Peterson è stato dichiarato colpevole dell‘omicidio di sua moglie Kathleen Hunt Atwater Peterson. L’uomo di è sempre dichiarato innocente.
Arrogante, ossessionato, privo di empatia e incapace di stabilire relazioni sane con gli altri; questa è la descrizione fatta dalla criminologa Orsula Franco su Michael Peterson.
L’uomo il 9 dicembre del 2001 ha chiamato i soccorsi dichiarando che la sua seconda moglie, Kathleen Peterson era riversa al suolo priva di conoscenza dopo essere caduta dalle scale.
Michael Peterson colpevole?
Nel corso della chiamata al 911 il romanziere afferma che sua moglie ha in corpo un cocktail di valium e alcool, tuttavia i segni sul corpo della donna escludono l’ipotesi di una caduta.
I lividi, le contusioni e le fratture di Kathleen sono state provocate da un oggetto contundente e con più precisione da un attizzatoio da cammino. Non solo, la testa della donna fu ripetutamente sbattuta al suolo.
Tracce dei suoi capelli vennero successivamente ritrovate sulla lattina di Diet Coke bevuta da Michael Peterson successivamente alla morte.
La donna morì dissanguata in circa 90-120 minuti, Michael Peterson si dichiarò sempre innocente ma venne ritenuto colpevole dell’omicidio della 48enne.
La chiamata al 911
Ursula Franco è una criminologa italiana che ha analizzato la chiamata al 991 fatta da Michael Peterson il giorno in cui è morta sua moglie.
La conversazione è sospetta sotto diversi punti di vista: la straordinaria calma dell’uomo e la necessità di ingraziarsi l’operatore e il fatto che nelle prime battute dopo aver creato lo scenario affermando “Mia voglie ha avuto un incidente” ha subito aggiunto “Sta ancora respirando”.
La criminologa si sofferma su quell’ancora affermando che “è come se si aspetti che smetta di respirare”.
Non solo a destare sospetto fu la lontananza dal copro della moglie durante la chiamata, nonostante avesse un telefono cordless non è rimasto nei paraggi per constatare le condizioni della moglie.