Qual è stato il ruolo di Valeriano Forzati, primo indagato per l’omicidio di Willy Branchi, ma poi definitivamente scagionato.
Il colpevole perfetto. Può essere definita in questo modo la figura di Valeriano Forzati, principale indagato per l’omicidio di Willy Branchi, avvenuto il 30 settembre del 1988. L’uomo è stato però poi scagionato.
Omicidio Willy Branchi, il ruolo di Valeriano Forzati
Il suo nome era d’altronde già noto alle forze dell’ordine per numerosi reati: spaccio, rapine e risse. Forzati era però soprattutto conosciuto per essere amico di Felice Maniero, capo e fondatore della Mala del Brenta, la cosiddetta ‘mafia del Nord’. Ma qual è stato il suo ruolo in uno degli omicidi più cruenti nella storia della cronaca nera italiana? Ciò che ha attirato l’attenzione su di lui è stato il fatto che è stato l’ultimo a esser stato visto in compagnia dell’allora 18enne. Per l’assassinio il pregiudicato si è però sempre e comunque dichiarato innocente. Tre mesi dopo però, non sopportando le continue accuse e i costanti sospetti, si è reso artefice di una strage all’interno di un night club, uccidendo quattro persone. Ed è proprio da quel momento che è diventato latitante, fuggendo in Argentina. Si è costituito soltanto alcuni mesi dopo, macchiandosi però ancora di un altro crimine: l’omicidio di una guardia giurata, compiuto prima di suicidarsi.
Nonostante la sua morte, il processo sull’omicidio di Willy Branchi è andato comunque avanti. Valeriano Forzati è stato prosciolto da ogni tipo di accusa e dichiarato innocente. Una sentenza che ha creato ulteriore misteri e gettato ancora più ombre su una vicenda che dura ormai da quasi 31 anni.