Intervista esclusiva ad Antonio Zequila, nella quale abbiamo avuto modo di parlare con lui del suo rapporto con Franco Zeffirelli, di teatro e molto altro.
Una carriera tra teatro, cinema, fiction e salotti tv: Antonio Zequila è questo e molto altro ancora. Dalle sue parole emerge forte e dirompente la passione per il suo lavoro, inteso non solo come “professione”, ma come vera e propria vocazione.
Antonio Zequila, una lunga carriera tra teatro, cinema, fiction e tv: in cosa si sente cambiato nel corso degli anni?
Sicuramente non sono più la persona di 15 anni fa ma, come si dice, se mi guardo indietro, non ho pentimenti.
Tra le tante esperienze a teatro, c’è stata anche quella con Franco Zeffirelli in “Sei personaggi in cerca d’autore”: Ci racconta un suo ricordo del regista?
Ciò che nobilita l’uomo è il teatro. Ho avuto la fortuna di lavorare con Franco Zeffirelli a Londra, insieme anche al grande Enrico Maria Salerno. All’epoca ero un giovane attore ma è stato per me importante perchè rappresentavamo l’Italia all’estero. Zeffirelli è stato senz’altro uno degli ultimi grandi registi italiani.
Lei ha partecipato all’Isola dei Famosi: che cosa si è “portato a casa” di positivo da quell’esperienza e qual è stato il momento più difficile?
Ho portato a casa una noce di cocco marcia (ride, ndr).
A parte gli scherzi, non ho avuto particolari difficoltà poiché seguo un regime alimentare piuttosto rigido quotidianamente.
Ho portato a casa una “vittoria morale” da quel programma. Prima ero noto, ma non famoso: quel programma mi ha fatto conoscere ancora di più al grande pubblico. Non a caso, infatti, Mara Venier ha scelto me a Domenica In anche se non avevo materialmente vinto, ma sono stato indubbiamente quello più amato dal pubblico e questo mi ha fatto molto piacere.
Se dovesse girare nuovamente un film che ha già fatto, quale sarebbe?
Non nego che mi piaccia molto riguardare i miei film, ma non girerei nuovamente nessuno di quelli. Un attore difficilmente lo farebbe. Se potessi scegliere con chi lavorare in futuro, invece, mi piacerebbe molto l’idea di farlo con Tornatore e Sorrentino, due registi che stimo molto.
Nel 2016 è uscita la sua autobiografia, “Il pescatore di Amalfi”: che cosa si prova a veder riportata nero su bianco la propria storia?
Sono molto orgoglioso di aver scritto questo libro, dove racconto la mia vita dagli esordi alla città eterna, Roma. Un libro in cui l’essenza di un uomo contrasta con l’apparenza del personaggio.
Ringraziamo moltissimo Antonio Zequila per la sua disponibilità, cortesia e per il tempo che ci ha dedicato.