Ricordavate la nuda e strana Jodie Foster che abitava in fondo al viale?

Quella strana ragazza che abita in fondo al viale

Da almeno tre decenni la conosciamo in qualità di una delle più note attrici del panorama hollywoodiano, grazie anche ai premi Oscar conquistati con le interpretazioni di “Sotto accusa” e “Il silenzio degli innocenti”, rispettivamente datati 1988 e 1991, ma, come i ben informati sanno, è dalla fine degli anni Sessanta che la losangelina classe 1962 Alicia Christian Foster (conosciuta semplicemente come Jodie Foster) cavalca il piccolo e il grande schermo.
Andando a spulciare nella sua filmografia risalente ai primi anni di attività, Pulp Video ha riscoperto in formato blu-ray – e con una galleria fotografica nella sezione extra – il curioso thriller a tinte horror “Quella strana ragazza che abita in fondo al viale”, che, diretto nel 1976 dal Nicholas Gessner precedentemente autore del bronsoniano “Qualcuno dietro la porta”, vede alla sceneggiatura lo stesso Laird Koenig che si è occupato del racconto da cui il tutto prende il via.

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Thriller a tinte horror che, immerso in una malsana atmosfera, pone la futura star di “Anna and the king” nei panni della misteriosa tredicenne Rynn, la quale, al fine di evitare l’internamento in orfanotrofio o l’affidamento ad estranei, finge di vivere nella villetta affittata insieme al padre, in realtà suicidatosi, tanto da essere non poco gelosa della propria privacy.
Una gelosia che, man mano che la vediamo entrare in contatto con l’ambiguo figlio della proprietaria dell’abitazione, incarnato da Martin Sheen, la porta addirittura ad atteggiamenti molto pericolosi nei confronti di chi potrebbe minacciare la sua indipendenza; ad esclusione di Mario alias Scott Jacoby, con il quale arriva a stringere sia un rapporto di complicità che una relazione sentimentale.
Con i cadaveri che, ovviamente, non mancano di fare la loro entrata in scena, al servizio di un elaborato che da un lato lascia intuire, tra i fotogrammi, un profondo discorso relativo alla difficoltà di crescere, dall’altro spinge non poco a chiederci come sia possibile che la minorenne protagonista si denudi tranquillamente (seppur di spalle) dinanzi all’obiettivo della macchina da presa.

Francesco Lomuscio

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